Superano in media i cinquant'anni, risultano essere per la gran parte sfiduciati e mal distribuiti. È la fotografia della Pa al giorno d'oggi, scattata da una ricerca di Forum Pa in occasione della ventisettesima edizione dell'annuale meeting che mette al centro il tema e le prospettive della Pubblica amministrazione. Un quadro che risulta essere impietoso, soprattutto se letto nel lungo periodo: l'età media è, infatti, cresciuta - incrociando i dati della ricerca di Forum Pa con quelli contenuti nel Conto annuale dello Stato - inesorabilmente a partire dal 2001, passando da 43,5 a 50 anni nel corso di 15 anni. Ma non è il solo dato allarmante. Oltre l'invecchiamento, ai giovani è precluso l'ingresso nella macchina dello Stato. La ricerca riporta che quelli con meno di 35 anni erano il 10,3% nel 2011 e ora sono l'8%, contro il 25% del Regno Unito e il 27% della Francia. In più, gli impiegati sotto i 25 anni, ossia assunti direttamente dall'Università, sono praticamente assenti (0,9% e quasi tutti nelle carriere militari).

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Così come si sfata un ulteriore mito, quello della mole di dipendenti. La ricerca sostiene, infatti, che i lavoratori pubblici italiani “non sono troppi”. Risultano essere infatti il 14,7%, meno di uno su sei rispetto al totale degli occupati italiani (erano il 15,1% nel 2007) e sono in numero minore sul totale degli occupati se raffrontati a altri Paesi come Francia (21,9%) e Regno Unito (17,7%). Inoltre le spese per gli stipendi dei dipendenti pubblici sono diminuite dai 171,6 miliardi del 2009 a 164,26 miliardi nel 2015, mentre sono cresciute in Francia (da 254,1 a 281,7 miliardi) e in Gran Bretagna (da 186,7 a 238,82). La media dei Paesi dell'Unione Europea é passata da 115,3 miliardi nel 2009 a 130 miliardi nel 2015. Il tutto mentre invece in Italia cresce la spesa per incarichi libero professionali di studio, ricerca e consulenza", aumentata di circa il 21% dal 2007.

Dati impietosi che descrivono una Pubblica amministrazione in progressivo declino e deperimento, che cozzano con le stesse dichiarazioni rilasciate dalla ministra della Pa, Marianna Madia, sempre al Forum. Secondo la titolare del dicastero di palazzo Vidoni, infatti, la prospettiva del rinnovo dei contratti, ingolfata a suo dire da problemi tecnici legati al processo di riduzione dei comparti, dopo l'accordo raggiunto agli inizi di aprile, sarà solo per alcuni e non per tutti, ovvero 'quelli che hanno maggiormente pagato la crisi'. Eppure il rinnovo dei contratti, scaduti nel 2009 e fermi per un blocco ritenuto illegittimo dall'Alta corte, è il solo strumento per innovare la Pa, assieme ad un inevitabile (e vitale) sblocco del turn-over che permetta l'ingresso nella macchina dello stato di nuove energie. Sono le richieste che Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa stanno mettendo in campo in questi giorni, in queste ore e nelle prossime, con scioperi e manifestazioni in tutti i territori. Una mobilitazione capillare con l'obiettivo di portare a casa il #ContrattoSubito e che abbia come punto fermo che sia un rinnovo #XTUTTI.