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La Cgil di Livorno "chiede un intervento di bonifica strutturale dall'amianto per le scuole del territorio". E' quanto si legge in una nota di Patrizia Villa, segretaria della Cgil di Livorno responsabile di Ambiente e territorio.
L’amianto a Villa Corridi, spiega, "è l’ennesimo episodio di una politica che tenta di 'dimenticare' gli interventi che devono essere fatti per la salute dei cittadini. La sicurezza costa, ma la carenza di interventi alimenta il sospetto e la sfiducia nelle istituzioni, mette in difficoltà le borse dei privati e del pubblico, abbassa gli standard di affidabilità delle aziende in caso di incidenti sul lavoro e di negligenze nel predisporre, verificare, rispettare le procedure di sicurezza".
Le buone prassi per la sicurezza non compaiono e non danno immediato ed evidente lustro a nessuno. "Al di là delle querelle su Villa Corridi e delle ghiotte occasioni che si generano per fare i primi della classe - continua ancora l'organizzazione -, denigrando l’avversario per prenderne il posto, ci pare che si debba fare una riflessione seria su quanto si sia investito su un’emergenza di questa portata.
La questione sicurezza e salute pubblica non pare essere una priorità per nessuno, osserva il sindacato. In questo senso "suona assordante il silenzio della Asl sulla vicenda, quanto indispensabile la pubblicazione degli elementi che si vogliono mettere in campo per ottenere la bonifica che i fatti rendono non più rinviabile. Ci sono aziende superspecializzate e pare il minimo pubblicare i risultati delle perizie e i progetti di bonifica.
Colpisce però che già nel gennaio 2002, in consiglio comunale, si discusse dell’amianto a Villa Corridi e la relazione di risposta dell’allora assessore Bussotti segnalava che la Asl non aveva riscontrato dispersione nell’ambiente. Ma la stessa Asl prescriveva di procedere alla rimozione in quanto esiste una legge che lo prevede ed è provato che il deterioramento è certo nell’arco temporale. Nella stessa seduta si fa cenno a materiale affiorante. Ci fu un accenno a un avvio di indagine già dal 1998". La sindacalista quindi prosegue: "Ci chiediamo se, in un area dove vivono 900 alunni di tutte le età, dal nido alle medie, in un quartiere che cresce a vista d’occhio, dove si insediano importanti siti commerciali a nessuno, ASL compresa, viene in mente di verificare quanto riscontrato da tempo? Sappiamo che negli anni ’60 l’uso dell’amianto in edilizia era ampiamente utilizzato nonostante che, dagli Stati Uniti, già arrivassero stop all’utilizzo di questo materiale".
"Aggiungiamo che solo nell’ultimo anno nella nostra provincia si sono verificati più di 15 crolli ed interventi urgenti di messa in sicurezza solo nelle scuole. Ci pare che sia giunto il momento di investimenti seri. E non di facciata, tipo 'scuole belle' per esempio, e si intervenga non su uno o due edifici che vincono la lotteria, ma si facciano interventi profondi seri e responsabili. A Livorno, in provincia e in tutto il paese", conclude.