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Era uno degli ultimi lasciti della guerra fredda, del precario equilibrio del mondo al termine del conflitto mondiale: in base ad accordi bilaterali siglati negli anni cinquanta, gli unici interlocutori sindacali ammessi all'interno delle basi amercane in Italia erano Cisl e Uil: la Cgil doveva rimanere fuori. Ebbene, questo anacronismo è finito ieri, con la consegna delle prime tessere d'iscrizione al sindacato di corso d'Italia a 30 lavoratori italiani delle basi Nato di Ederle e Dal Molin, a Vicenza, che occupano 800 addetti (stiamo naturalmente parlando di personale civile).
"Si tratta di un traguardo molto importante – spiega al "Corriere del Veneto" Alessio Odoni segretario generale della Filcams Cgil di Vicenza –. Un segnale che anche a Vicenza tra i lavoratori del personale civile non statunitense cresce l'interesse verso la libertà di associazione sindacale all'interno delle basi".
Qualcosa è iniziato a cambiare lda qualche anno dalla base di Sigonella, in Sicilia, dove un gruppo di lavoratori ha dato vita alla Libu (Lavoratori italiani basi Usa) che ha inziato a lavorare per mutare questa situazione insieme alla Cgil che già nel 2013 aveva chiesto senza successo di non siglare il ccnl dei 1.400 lavoratori delle basi italiane senza coinvolgere anche la stessa Cgil. Il tentativo non andò a buon fine, ma ora, grazie a queste prime 30 tessere le cose potranno cominciare a cambiare.