Addio alle collaborazioni dal 2016, valorizzazione del part-time, eliminazione del lavoro a chiamata, stretta sulle associazioni in partecipazione, aumento del tetto per i compensi con voucher e possibile arrivo di una nuova forma contrattuale, a mezza strada tra il lavoro dipendente e autonomo. Dovrebbero essere queste - a quanto si apprende dalle agenzie di stampa - le linee guida del decreto attuativo del Jobs act sulle tipologie contrattuali che l'esecutivo varerà venerdì prossimo, 20 febbraio.

Due giorni prima, mercoledì 18 febbraio, il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti ha convocato i sindacati sulla materia.

I tecnici sono al lavoro nel tentativo di limitare le forme di lavoro più precarie, ma è difficile immaginare che le centinaia di migliaia di contratti di collaborazione riescano a ricadere nelle partite Iva (quelli che sono effettivamente autonomi) e nel nuovo contratto a tutele crescenti (le forme più vicine a un rapporto di lavoro subordinato). Più probabile invece - si apprende dall'Ansa - che il governo sfoltisca la giungla delle forme contrattuali mettneod in campo una nuova forma, il "contratto economicamente dipendente", per tutelare chi ha una collaborazione in mono-committenza. Si sta ancora lavorando sul tipo di tutele che dovrebbe avere, ma si ipotizzano superiori a quelle dell'attuale collaborazione.

"La Cgil si augura che il 18 il Governo intenda fare una discussione vera e non un monologo. Purtroppo - dice il segretario generale di Corso d'Italia, Susanna Camusso - l'esperienza di questi mesi è di monologhi, sui quali non era possibile dir nulla; nell'ultimo incontro sui decreti, non ce li hanno nemmeno presentati. Siamo sempre disposti a farci stupire da effetti speciali".