Innovazione significa promuovere, anche attraverso gli strumenti di contrattazione, la crescita delle competenze, che rappresentano il discrimine tra chi starà dentro e chi starà fuori dai processi in corso”. Giuseppe Massafra, segretario confederale della Cgil, non ha dubbi: nella sfida rappresentata dalla quarta rivoluzione industriale, che al contrario delle altre non è legata a una precisa tecnologia, il sindacato vuole fare la sua parte. “Ci troviamo nel mezzo di una trasformazione irreversibile a cui servono risposte tempestive, non più rinviabili e concrete – spiega –. Occorre quindi approfondire la direzione da dare al cambiamento”.

Rassegna Individuare una direzione di marcia: un contributo importante in questo senso potrebbe venire dal seminario organizzato per oggi (17 ottobre) dalla Cgil nella sala Giuseppe Di Vittorio di corso d’Italia. Titolo significativo: “Competenze e Sapere 4.0: l’apprendimento permanente per una innovazione inclusiva”.

Massafra Non c’è dubbio. Questa giornata rappresenta una tappa importante del percorso che la nostra organizzazione sta compiendo, verso l’esterno e verso l’interno, per posizionare tale strategia nel modo corretto a favore dello sviluppo del sistema Paese. Per noi questo ha un significato preciso: nelle trasformazioni in corso, al centro delle politiche pubbliche deve esserci l’obiettivo di contrastare ogni tipo di disuguaglianza nel mercato del lavoro, sia nell’offerta educativa e formativa, sia nei processi di inclusione sociale. Nessuno deve rimanere indietro.

Rassegna A un anno dal lancio del Piano nazionale Industria 4.0, te la senti di tracciare un primo bilancio?

Massafra Attualmente ci troviamo nella fase embrionale di un processo, dunque si può dire che di fatto Industria 4.0 ancora non esiste; il rischio maggiore è che questo cambio di paradigma si riduca a una semplice digitalizzazione dei processi produttivi esistenti. Un pericolo che emerge anche da alcune indagini realizzate nel campo industriale. Cito tra tutte quella di Federmeccanica del 2016: una su tre delle imprese intervistate non ha adottato nessuna delle tecnologie previste e oltre la metà ha dichiarato che non farà investimenti su nessuna delle tecnologie abilitanti.

Rassegna Come si può vincere allora la sfida di Industria 4.0?

Massafra Puntando sugli investimenti e sulla crescita delle competenze. Solo così si possono governare i nuovi processi e modelli produttivi introdotti dalle tecnologie digitali. Nel programma di governo sono stati previsti competence center e digital innovation hub, ma su questi aspetti, lo ha dichiarato anche il ministro Calenda, siamo ancora all’anno zero.

Rassegna Un errore quanto grave?

Massafra Gravissimo. Senza competenze e senza nuove forme di organizzazione e regolazione del lavoro, il rischio è quello di vanificare tutto; mentre la combinazione tra investimenti in tecnologia e competenze in grado di governarli può essere un’opportunità per rompere quel circolo vizioso tutto italiano, segnalato anche dal rapporto Ocse, di basse competenze dell’offerta e scarsa domanda di competenze specialistiche e qualificate, e contribuire così a invertire la rotta della produttività stagnante.

Rassegna “Competenze e Sapere 4.0”. Cosa propone la Cgil per trasformare questo binomio dal titolo di un seminario a una strategia concreta e percorribile?

Massafra Di far leva sul nostro sistema educativo per innalzare il livello di competenze delle nuove generazioni, a partire dai recenti strumenti di apprendimento duale che le normative hanno messo a disposizione e che sono stati richiamati anche dall’Ocse nel rapporto sulla strategia per le competenze, cioè alternanza scuola-lavoro e apprendistato formativo. A patto però che vengano utilizzati bene e che quindi siano un’opportunità per tutti i giovani. Su questo punto la posizione della Cgil è chiara.

Rassegna Entrando maggiormente nel merito?

Massafra Pensiamo all’alternanza come a un’opportunità formativa che arrivi a raggiungere un milione e 500 mila studenti, cioè tutti quelli dell’ultimo triennio della scuola secondaria di secondo grado e non più solo alcuni, magari i migliori, come accadeva quando l’alternanza riguardava e selezionava meno del 9 per cento di quella popolazione, pari a circa 230 mila studenti.

Rassegna E per quanto attiene agli apprendistati formativi?

Massafra La sfida principale è far aumentare le attivazioni di questi contratti nel mercato del lavoro, attualmente decisamente residuali. I cambiamenti tecnologici e di filiera produttiva che Industria 4.0 riuscirà a introdurre potrebbero rappresentare un fattore che contribuisce a questa crescita, a patto che vengano valorizzati e messi a sistema i nuovi fabbisogni di produzione delle imprese, le esigenze curricolari dei percorsi formativi interni al sistema dell’istruzione tutto e le istanze provenienti da famiglie e giovani di sperimentare apprendimenti duali. Secondo noi, il successo degli apprendistati formativi e in generale degli strumenti per l’apprendimento duale dipenderà, tra l’altro come indicato anche dall’Ocse, dalla capacità di auto-riforma del nostro sistema educativo.