Non c’è dubbio che il tema di una quarta rivoluzione industriale ha oramai assunto un’attualita che solo qualche mese fa appariva improbabile. Non siamo in grado di dire se l’evoluzione di questo processo tradirà o meno le aspettative, ma è oramai evidente che molte delle attenzioni si stanno concentrando intorno alla possibilità che Industria 4.0 possa dare una risposta al deficit di competitività dell’industria europea in generale e di quella italiana in particolare.

È quindi comprensibile che si sia aperta una discussione che è oramai uscita dall’alveo specialistico, e alla quale tentiamo di dare un contributo con il convegno torinese del 24 e 25 ottobre “4.0 (R)Evolution Road”, organizzato da Cgil nazionale, Fondazione Friedrich Ebert e Cgil Piemonte. Il fatto è che che questo dibattito sino a oggi appare molto polarizzato nei giudizi, quelli sospinti da un imperturbabile tecno-ottimismo e quelli dei cosiddetti apocalittici. Di fatto, entrambi questi approcci finiscono per convergere sull’idea di passività e di subalternità degli attori sociali, della politica, degli uomini di fronte al cambiamento.

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La tesi secondo la quale non ci può essere governo in questa rivoluzione afferma l’idea di un determinismo che lascia mano libera al solo potere economico e ai suoi interessi. Siamo da sempre, come Cgil, portatori di un’altra idea. Governare il cambiamento è il nostro obiettivo. Un obiettivo che ci anima da sempre e che coerentemente nell’ultimo anno si è arricchito di strumenti e iniziative che vanno dal Coordinamento e dalla Consulta industriale al nuovo catalogo di strumenti e servizi per sostenere la contrattazione d’anticipo nei processi di riorganizzazione e d’innovazione del nostro apparato produttivo.

Questo lavoro ha favorito categorie e territori in tante iniziative che hanno preparato l’appuntamento di Torino. Anche per tale ragione quella del 24 e 25 è una tappa. Una tappa importante, perché mette a confronto tra i più qualificati protagonisti del dialogo sociale europeo. Sia in campo sociale, sia in ambito accademico. Lavoro, codeterminazione, competitività, libertà e conoscenza sono i temi decisivi per dare valore e senso a questo cambiamento.

Una tappa, infine, perché il lavoro per costruire un progetto e una proposta per Industria 4.0 andrà ancora avanti, convinti come siamo che solo un grande processo di partecipazione democratica potrà mettere la quarta rivoluzione industriale al servizio dell’uomo e dei suoi bisogni.

Alessio Gramolati è responsabile politiche industriali della Cgil nazionale


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