Grande partecipazione oggi (lunedì 16 luglio) in piazza Duomo a Milano, oltre un migliaio di lavoratori, al presidio organizzato da Fillea Cgil, Feneal Uil e Filca Cisl della Lombardia sul tema delle morti sul lavoro nei cantieri edili. "Il tema della sicurezza sul lavoro continua drammaticamente ad essere di attualità", spiegano i sindacati: "L’incremento degli infortuni mortali nei giorni e nei mesi scorsi dimostra il peggioramento delle condizioni di lavoro. È un fenomeno a cui non possiamo rassegnarci, ma che dobbiamo continuare a contrastare".

Durante il presidio gli interventi dal palco hanno narrato le storie di coloro che sono morti in cantiere durante il lavoro. "Con questo - illustrano Fillea, Feneal e Filca - si è voluto rendere loro omaggio, ma anche trasmettere all’opinione pubblica, alle nostre controparti con cui sottoscriviamo ccnl e integrativi, e alle aziende del settore, le ragioni per le quali nel 2018 si continua a morire sul lavoro. Ricordarlo, comprendendolo e analizzandone le cause, serve a interrogare e ad auspicare passi in avanti da parte di tutti i soggetti che operano nella filiera delle costruzioni".

Dal palco si sono anche riportati i dati del Registro degli infortuni mortali della regione. Questa la fotografia che ne emerge: dal 2014 a oggi si sono verificati 52 infortuni mortali nelle costruzioni in Lombardia. Le dinamiche sono le stesse di sempre: nel 46 per cento dei casi si tratta di cadute dall’alto, nel 35 per cento di schiacciamento da parte di macchine di cantiere o di materiali. Per quanto riguarda le tipologie di contratti di lavoro, di questi 52 lavoratori i dipendenti a tempo indeterminato erano il 40 per cento, il 27 erano lavoratori autonomi o piccoli imprenditori, l’8 risultavano irregolari (del restante 13 per cento non si è riusciti a ricostruire che tipo di rapporto di lavoro avessero al momento dell’infortunio mortale). Infine, le persone coinvolte negli infortuni mortali esaminati erano per l’81 per cento italiani e per il 19 cittadini stranieri; la loro età era particolarmente alta: il 33 per cento erano cinquantenni e il 30 sessantenni e oltre (due vittime risultavano avere oltre 70 anni).

"Oltre a raccontare come si muore, abbiamo voluto mostrare durante il presidio, con la collaborazione della Veneranda Fabbrica del Duomo, anche come si può lavorare in sicurezza sulle impalcature, per ricordare che la sicurezza è possibile", continuano i sindacati. Fillea Cgil, Feneal Uil e Filca Cisl chiedono alla Regione Lombardia una legge con la quale si preveda: il “badge” obbligatorio per chi lavora in cantiere; la formazione obbligatoria delle 16 ore prevista dal ccnl dell’edilizia per chiunque entri per la prima volta a lavorare in cantiere; l’interdizione a lavorare per un anno alle imprese che hanno registrato un infortunio mortale.

Al Parlamento i sindacati edili della Lombardia chiedono l'introduzione del reato di “omicidio sul lavoro". "Legalità, trasparenza nei cantieri, formazione e continua attenzione alla prevenzione da parte delle aziende, così come dagli Organi preposti ai controlli, sono le chiavi fondamentali per ridurre gli infortuni a zero", concludono Fillea, Feneal e Filca: "L’unico fondamentale desiderio espresso attraverso le magliette che tutti indossavano, è questo: 'Morti sul lavoro, il numero che vogliamo è zero".