La disponibilità di Mittal a congelare la procedura ex articolo 47 è un piccolo passo avanti verso le posizioni dei sindacati. Ma la strada da compiere è ancora lunga, soprattutto perché non si conosce né il piano industriale né quello ambientale. Sui dettagli e sulla mancanza di essi si gioca una delicata trattativa che tiene col fiato sospeso un territorio intero: “Per noi le discussioni sul piano industriale e quello ambientale non potevano viaggiare su binari disgiunti  e oggi è inevitabile alzare i termini di confronto per evitare che un piano decisionale pesi sull’altro o ne pregiudichi l’integrità”, commenta Paolo Peluso, segretario generale della Cgil di Taranto.

Salvare condizioni occupazionali e salariali, a giudizio della Camera del lavoro del capoluogo ionico, non basta più. “Gli abitanti dei Tamburi, di Paolo VI o di Statte così come tutti i cittadini di Taranto, pesano nella discussione esattamente quanto tutti gli operai Ilva – prosegue Peluso –. Si anticipino pertanto i tempi per l’attuazione degli interventi ambientali, a cominciare dalla copertura parchi e dalle nuove tecnologie, unica possibilità residua per ristabilire un clima di fiducia in questa comunità verso le istituzioni e la vita scelta dal Governo,  ma si faccia finalmente chiarezza anche su tutte le posizioni in campo, perché quell’alleanza che si auspica a livello nazionale, quel sostegno che Regione e Comune vorrebbero dare alla trattativa sindacale,  si può e si deve perseguire a partire dal livello locale”.

Alla chiarezza e alla responsabilità auspicati da Peluso fanno eco le parole di Giuseppe Romano, segretario della Fiom Cgil di Taranto, che sebbene da un lato riconosce il dato positivo del congelamento della procedura ex articolo 47 e il mantenimento del livello salariale, dall’altro punta il dito verso la mancanza di condivisione del piano industria e ambientale, oggetto della discussione degli appuntamenti del 9 e del 14 novembre prossimi: “O si mettono sul tavolo tutte le carte, oppure no. Alcuni atteggiamenti sono discutibili”. Inoltre, secondo Romano: “Si deve analizzare la situazione stabilimento per stabilimento, impianto per impianto. E sono convinto che dopo aver fatto questo di esuberi non si potrà più parlare”.

Nel frattempo, visti gli impegni a breve termine, lo sciopero previsto per il 3 novembre sembra essere sospeso, ma la comunicazione non potrà avvenire prima di giovedì prossimo.

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