PHOTO
“Se la situazione dei parchi minerali scoperti dell'Ilva sta preoccupando i cittadini, si pensi ai rischi che si possono correre nel vivere all'interno del porto industriale dove c'è movimentazione di questi minerali, a cielo aperto e con i nastri trasportatori scoperti lateralmente”. E' quanto scrive in una nota Antonello Ciavarelli, delegato del Cocer (Consiglio centrale di rappresentanza degli organismi militari), sottolineando che “il personale che si reca in porto per controlli, dopo pochi minuti si ritrova la divisa bianca, color amaranto. Percepisce inoltre fastidi alle prime vie respiratorie e avverte la pelle inaridita. Se ad esempio si lasciano gli alloggi per pochi giorni con la finestra aperta e le persiane abbassate, si riesce a raccogliere anche mezzo chilo di minerali dai pavimenti”.
Il delegato del Cocer fa presente che “da quasi un anno diversi livelli delle rappresentanze militari, ma anche sindacali, del comparto Difesa/Sicurezza come la Guardia di finanza a livello di base, Siulp- polizia a livello provinciale e Guardia costiera e Marina a livello nazionale e centrale, hanno richiesto l'apposizione di centraline per monitorare l'aria. Nonostante la sensibilità dei vertici nello stimolare la competente Arpa e Autorita' portuale - aggiunge – ancora nulla si è verificato”.
La preoccupazione, sostiene Ciavarelli, “è nel difendersi da un nemico indiretto che non si conosce e che può chiamarsi diossina, benzoapirene, pm 10, del quale è necessario quantizzare il potenziale pericolo'. Il consiglio di base del Cocer “chiede al Ministro dello Sviluppo e dei Trasporti una norma che disciplini e prescriva determinate movimentazioni” ed evidenzia l'importanza di utilizzare “abbigliamento protettivo adeguato, come tute, maschere e guanti”.