Nel Piano del lavoro la Cgil aveva indicato, tra i filoni strategici dove intervenire, la messa in sicurezza del territorio. "Di fronte all’emergenza per neve e per terremoto di questi giorni, le nostre raccomandazioni sono più che mai attuali. Detto questo, non farei ulteriori polemiche in queste ore, per far sì che ci si concentri tutti sul fatto di far arrivare al più presto luce e riscaldamento alle popolazioni sofferenti, e anche per rispetto verso tutte quelle forze di polizia e di protezione civile che stanno lavorando giorno e notte per salvare chi è in difficoltà”. Così il segretario confederale Cgil, Vincenzo Colla, oggi ai microfoni di Italia parla, la rubrica di RadioArticolo1.

 

Sul fatto che Enel e Terna non riescano ancora a ripristinare le utenze elettriche nell’Italia centrale colpita dalle calamità naturali, "lasciando 60.000 famiglie al buio e al freddo, rispondo che le politiche energetiche sono un tratto fondamentale per l’Italia. Noi dobbiamo pensare a un Paese dove l’energia diventa un diritto di cittadinanza, Non si può vivere senza avere la certezza energetica; così come non è possibile che, di fronte a fatti di tale portata, non ci siano capacità d’intervento che abbiano quell’immediatezza per dare risposte nel merito. La politica energetica è un fatto basilare. Sperò che nella discussione che si farà sul tema, in occasione del G7 convocato ad aprile, si tenga conto di tutto questo, non solo sul piano teorico, ma anche su quello pratico, che riguarda poi le popolazioni”, ha rilevato il dirigente sindacale.

L’emergenza più lunga è quella economica, con l’Unione europea che ci chiede ora ufficialmente di mettere a posto i conti. Così Colla: "Mi sembra evidente che per un periodo abbiamo messo la polvere sotto il tappeto. Sapevamo che non avrebbe funzionato, ma noi lo scontro politico con l’Ue dobbiamo farlo per cambiare la politica economica, non tanto per limare decimali e fare arrotondamenti. Ricordiamoci che ci sono multinazionali che nel cuore dell’Europa posizionano una ragione sociale e non pagano tasse per miliardi: questo non è possibile, perché è in gioco la tenuta della democrazia e il potere della giustizia”, ha continuato il sindacalista.

Tornando a casa nostra, s’ipotizza che per il reperimento delle risorse chieste dall’Unione, potrebbe slittare di otto mesi l’Ape agevolata e sarebbe a rischio anche la quattordicesima per i pensionati. "Se fosse confermato, tutto ciò sarebbe inaccettabile: innanzitutto, perché abbiamo fatto un accordo sindacale in merito, che dà risposte ai più poveri e ai pensionati. Ci sono tante modalità per trovare le risorse, dal tema dell’evasione fiscale al far pagare un po’ di più coloro che dentro questa crisi ci stanno guadagnando come non mai”, ha detto ancora l’esponente Cgil.

Per quanto riguarda il mercato del lavoro, "gli ultimi dati Inps confermano che il Jobs Act è morto. Finiti gli sgravi alle imprese, in crescita ci sono solo i licenziamenti e i voucher. E di fronte a questo, c’è una reazione sociale sotto i palazzi della politica, ma che rischia di scavalcare anche il sindacato, dal punto di vista della rappresentanza. Quando uno perde il posto di lavoro, non è che gli puoi dire stai calmo che poi arriviamo noi, perché a quel punto è già entrato nella fascia di povertà, con tutto quel che ne consegue”, ha aggiunto il segretario confederale.

Il voto al referendum del 4 dicembre "è stato molto importante, perché la gente ha capito il valore della nostra Costituzione. E anche noi, quando abbiamo messo a punto la nostra Carta dei diritti universali, abbiamo scritto che era di rango costituzionale, così come lo sono il diritto del lavoro e il diritto di cittadinanza. I nostri due referendum hanno molto consenso, perché è evidente che i voucher sono diventati un marchio negativo e negli appalti ci passa ogni tipo di nefandezza legata alle condizioni di lavoro e alla legalità. Spero che la politica capisca tutto questo e sia in grado di evitare i referendum, tramite delle nuove leggi. In particolare, sugli appalti, noi vorremmo ritornare alla legge Prodi, mentre sui voucher ci vuole una nuova norma che disciplini la materia. Spero che il Parlamento apra un nuovo capitolo: ne abbiamo tutti bisogno”, ha concluso Colla.