“Incontro molti ragazzi alle prime esperienze di lavoro e mai mi capita di trovarmi di fronte persone che non abbiano voglia di lavorare”. Così Marco Toscano, segretario generale di Nidil Cgil Bergamo commenta, oggi, il lungo articolo comparso lunedì sul quotidiano La Repubblica e dedicato al call center At Phone Srl di Alzano Lombardo. Nel pezzo, l’amministratore delegato si lamenta del fatto che nessuno ci voglia lavorare: a fronte di 600 postazioni, infatti, solo 215 sono occupate. Il giornalista che firma l’articolo descrive, poi, Alzano Lombardo come un luogo dove “il lavoro avanza. Nel senso che già ce n’è e se ne arriva altro, va quasi buttato” e dove è difficile trovare “gente che abbia voglia e bisogno di lavorare”.

Secondo la Cgil provinciale, invece, il problema starebbe altrove e il “super” call center aperto dal 2015 nelle ex Cartiere Pigna mostrerebbe qualche ombra di troppo: “Molti lavoratori di At Phone si sono rivolti a noi negli ultimi anni: l’alta vertenzialità che registriamo è preoccupante e indizio del fatto che le collaborazioni offerte da quella società presentano delle anomalie” commentano Paolo Turani, segretario generale della Slc e Marco Toscano, segretario generale di Nidil Bergamo. “Un conto è sostenere che i giovani non abbiano voglia di lavorare, altro è dire che i giovani cerchino un’occupazione quantomeno dignitosa”.

“Ad oggi – ha spiegato Fausto Sottocornola dell’ufficio vertenza Cgil – sono oltre 50 le vertenze aperte contro la società. Si tratta di impugnazioni di contratti di collaborazione a progetto con rivendicazione dell'esistenza di un rapporto di lavoro subordinato. Diverse sono state conciliate in sede giudiziale, altre sono tutt'ora in causa e tre sono arrivate a sentenza (1° grado). In tutte e tre il giudice ha stabilito la sussistenza di un rapporto di lavoro subordinato con il diritto a rilevanti differenze retributive. Dalle istruttorie delle cause ancora in corso – conclude – sembra emergere abbastanza chiaramente un meccanismo di paga oraria variabile di circa 6.50 euro lordi: calcolatrice alla mano, i 1.100 euro dichiarati alla stampa da At Phone (nemmeno 900 euro netti) come stipendio di un collaboratore parti time non si riferiscono ad un orario di 6 ore al giorno ma, di fatto, a un tempo pieno”.