Gli ultimi rapporti sullo stato di salute dell’economia della Sardegna, redatti dal Crenos e dalla Banca d’Italia (giugno 2012), non lasciano alcun dubbio sul continuo peggioramento dei dati strutturali del sistema. Non solo la Sardegna ha smesso di crescere, ma dimostra, per il terzo anno consecutivo, di non essere in grado di recuperare, oltre ai ritardi di sviluppo storici, quanto ha perso nel periodo 2008-09. Il 2011 ha chiuso con un’ulteriore perdita dello 0,2 per cento di Pil e il 2012 si sta rivelando ancora più problematico.

Sul fronte occupazionale crescono le ore di cassa integrazione straordinaria e in deroga, mentre diminuiscono quelle ordinarie: nel 2011 oltre 100 mila persone hanno avuto bisogno di un sostegno al reddito utilizzando gli ammortizzatori sociali. Peggiora la qualità dell’occupazione attraverso una riduzione consistente del lavoro a tempo indeterminato sostituito, in parte, da lavoro precario e instabile.

Gli occupati con meno di 35 anni sono diminuiti di circa 4 mila unità, mentre aumenta di circa 11 mila unità, anche per effetto dell’innalzamento dell’età pensionabile, l’occupazione delle classi di età più elevate, peggiorando ulteriormente il già disarmante dato della disoccupazione giovanile e il numero di Need (giovani che non studiano e non cercano lavoro). Sono 130 mila le persone che usufruiscono di ammortizzatori sociali, 50 mila i giovani senza sostegno al reddito, 2 milioni e mezzo le ore di cassa integrazione autorizzate dall’Inps nel 2011.

Se analizziamo i settori produttivi, osserviamo che
in quello agricolo nell’ultimo decennio il numero delle imprese è diminuito del 43,5 per cento (dato Istat), la superficie coltivata si è ridotta del 7,2, le imprese individuali rappresentano il 95 per cento, i capi azienda sotto i 35 anni sono il 2,9 per cento e quelli sopra i 65 anni il 33. Nell’industria sono sfumati 30 mila posti di lavoro in tre anni e nel 2011 le imprese hanno ulteriormente ridotto dell’8,5 per cento le risorse destinate agli investimenti. Nel settore pubblico si registra il 12,6 per cento in meno di risorse impiegate per la realizzazione di opere pubbliche e infrastrutturali. E anche il turismo, sempre nel 2011, ha avuto un calo di presenze del 7 per cento.