La scorsa settimana una delegazione della Cgil, guidata dal segretario generale Susanna Camusso, era negli Stati Uniti per partecipare alla conferenza dell'Onu sulla condizione delle donne. Intanto le cronache italiane continuano a restituire notizie terribili su altri casi di femminicidio. “Notizie ormai quasi quotidiane. È evidente che gli strumenti a nostra disposizione non sono più sufficienti. Quelli di natura penale vanno assolutamente rafforzati, ma c'è anche un enorme tema legato alla prevenzione. Bisogna essere in grado di raccogliere il grido d'aiuto delle donne e costruire punti di tutela. Invece si va nella direzione opposta. Se si decide di depenalizzare lo stalking, vuol dire che manca consapevolezza sul tema della violenza”. A dirlo, ai microfoni di RadioArticolo1, è Gianna Fracassi, segretario confederale della Cgil.

La norma sullo stalking, però, grazie proprio all'azione della Cgil e dei centri antiviolenza è stata corretta. Mentre la conferenza dell'Onu sulla condizione femminile è passata sottotraccia nell'informazione italiana. “Invece – continua Fracassi – è stato un appuntamento molto importante per i temi che sono stati affrontati. Temi significativi soprattutto sul fronte del lavoro. La commissione speciale dell'Onu sullo status delle donne si riunisce tutti gli anni, e definisce alcuni obiettivi che dovrebbero essere portati avanti da tutti i governi. Alla fine, si redige un documento condiviso da parte dei governi, delle ong e delle organizzazioni sindacali, che dovrebbe essere l'agenda di riferimento sui temi della parità di genere, e non solo. Quest'anno il tavolo è stato dedicato alle lavoratrici rurali, un argomento di assoluta rilevanza. C'era anche una delegazione del governo italiano, ma la discussione pubblica nel nostro paese resta scarsa, orientata più che altro verso i problemi legati alla formazione del governo e alle dinamiche post-elettorali”.

Una sottovalutazione un po' sconcertante, secondo il segretario confederale di Corso d'Italia, perché la parità di genere potrebbe anche essere un volano per l'economia italiana: “Bisogna rimettere al centro il tema del lavoro e del lavoro delle donne, soprattutto alla luce dei dati sconfortanti sulla nostra occupazione femminile e sui divari territoriali che ci sono tra Nord e Sud. In questo quadro, ovviamente, il tema del lavoro delle donne impiegate in agricoltura diventa decisivo.”

Non è quindi un caso se una delle sessioni della conferenza Onu è stata dedicata all'illustrazione della legge contro il caporalato approvata in Italia. “Si è trattato – ha spiegato ancora Fracassi – di un evento parallelo organizzato dalla Cgil. Perché crediamo che quella battaglia sia arrivata a definire un quadro di riferimento normativo importantissimo. Abbiamo raccontato una buona pratica alla presenza di tanti soggetti rilevanti, a partire dal governo, dall'Organizzazione mondiale dei sindacati e dall'Organizzazione internazionale del lavoro”.

L'ultimo evento della conferenza riguardava invece il lavoro decente. “Su questo fronte - ha concluso la sindacalista - abbiamo riproposto la nostra Carta dei diritti universali del lavoro. Perché è un'iniziativa che punta alla qualità del lavoro e ai diritti del lavoratore. C'è un legame profondo tra le vertenze, le iniziative sindacali e la valorizzazione del lavoro della donna. Parlare oggi di qualità del lavoro significa, infatti, mettere al centro della discussione un tema trasversale, che riguarda tutti, ma che soprattutto in ambito rurale parla moltissimo del lavoro delle donne. Il lavoro buono e i diritti delle donne sono, e devono essere considerati, un elemento propulsivo dell'economia del territorio”.