Novembre di protesta per la scuola e il pubblico impiego in attesa da sei anni del rinnovo contrattuale. I sindacati confederali hanno annunciato mobilitazioni di vario tipo, compresa una manifestazione che si terrà a Roma il 28 novembre, dicendosi pronti anche a proclamare lo sciopero generale. Si intensifica la mobilitazione dei lavoratori delle Prefetture contro la soppressione di alcune sedi. E si torna a parlare di pensioni dopo le dichiarazioni del presidente dell’Inps Tito Boeri a proposito di esodati, blocco della rivalutazione e taglio alle rendite previdenziali sopra gli 80 mila euro. La Cgil parteciperà oggi (lunedì) all’audizione sulla legge di Stabilità in Parlamento per affrontare questi argomenti. A discutere con i parlamentari della Commissione Bilancio di Camera e Senato ci saranno il segretario generale Susanna Camusso e il segretario confederale Danilo Barbi.

Accordo lontano per il contratto della distribuzione cooperativa scaduto da 23 mesi; sabato prossimo si terrà il primo dei due scioperi nazionali indetti unitariamente dai sindacati del commercio (l'altro è in programma il 19 dicembre, se non ci saranno novità). La trattativa è arenata sulle pretese di Federdistribuzione, Cooperative e Confesercenti di avere ancora più mano libera sul personale e tagliare salario e diritti. “Pesanti interferenze sui lavoratori di alcune catene della distribuzione stanno tentando di dissuadere i propri dipendenti dall'effettuare lo sciopero”, afferma la Filcams del Veneto, secondo cui “indebite pressioni non fanno altro che inasprire il clima”.

Martedì mattina, a partire dalle 9, i lavoratori della Myrmex di Catania, il laboratorio di ricerca, protesteranno di fronte all'ex Palazzo Esa, sede di rappresentanza della Regione, per chiedere ai funzionari della Regione di essere ricevuti e conoscere quali siano le “soluzioni concrete per la soluzione della vertenza” che rischia di degenerare portando al licenziamento dei 78 ricercatori e alla chiusura definitiva del Centro ricerca. La protesta è organizzata da Cgil, Filctem, Uil. Uilcem e Cisal di Catania, che sottolineano come la manifestazione sarà la prima di una nuova stagione di lotta, dopo le tante proteste già messe in atto e di confronto con le istituzioni.

Primo sciopero ieri del Cinema Apollo di Milano contro il potenziale sfratto per dare spazio alla Apple. Lo hanno fatto ieri i dieci lavoratori della sala, che hanno incrociato le braccia dalle 13 alle 18 contro l'ipotesi di vendita dello stabile in piazza Liberty al colosso di Cupertino. “Serve una soluzione per i lavoratori del cinema senza dover correre ai ripari all'ultimo momento”, chiede la Slc Cgil Milano che chiama in causa il Comune: “Vogliamo che intervenga su una scelta della proprietà che da quanto comunicato non è ancora definitiva”. La proprietà ha confermato che le trattative sono ancora in corso e, di fatto, non c'è nulla di certo. Intanto, i rappresentanti della Cgil incontreranno venerdì prossimo gli assessori.

Sciopero a oltranza, con presidio permanente davanti alla fabbrica e iniziative di mobilitazione e sensibilizzazione sul territorio: è questo il percorso individuato, attraverso il voto e a larga maggioranza, dai lavoratori della Trafomec di Tavernelle (Pg) al termine dell’assemblea che si è svolta fuori dai cancelli lo scorso 30 ottobre, in occasione della prima giornata di sciopero proclamata da Fiom Cgil e Fim Cisl di Perugia. Uno sciopero che non ha portato all’atteso incontro con la proprietà, che, al contrario, ha deciso di disertare il tavolo inducendo i lavoratori a intensificare la loro protesta.

Si aggrava l'emergenza occupazionale nell'area portuale di Gioia Tauro, dove da giorni i lavoratori del porto sono unitariamente in astensione dal lavoro. “Il ministro delle Infrastrutture Delrio convochi subito le parti dimostrando nei fatti l'attenzione e la sensibilità del Governo alle tematiche dell'occupazione della Calabria e del Mezzogiorno”. Lo chiede la Cgil nazionale che si schiera a fianco dei lavoratori in sciopero e delle strutture sindacali unitarie di Cgil Cisl e Uil della Calabria. La struttura produttiva sta scontando una riduzione dei volumi di traffico con il serio rischio che ai 300 lavoratori già in cassa integrazione si possano aggiungere ulteriori problemi occupazionali in un'area come quella della Calabria e del Mezzogiorno già sottoposta a notevolissime tensioni occupazionali, sociali e produttive.