Questa mattina a Genova hanno inaugurato il Salone della Nautica, uno dei fiori all'occhiello dell'attività cittadina. Il segretario generale della Camera del Lavoro genovese, Ivano Bosco, era lì davanti, con i lavoratori della Ericsson in presidio. “Sono un paio di mesi che i lavoratori stanno manifestando per le strade di Genova contro la procedura di licenziamento che la multinazionale ha messo in piedi e che riguardano oltre 350 persone in tutta Italia, 147 solo a Genova”, ha detto Bosco, in collegamento con Italia Parla, su RadioArticolo1.

“Abbiamo avuto modo di parlare con il sindaco e anche con il ministro Costa, che si è fermato e ha ascoltato per l'ennesima volta quello che i lavoratori hanno da dire al governo su questa vicenda”, ha continuato. L'idea della multinazionale, in effetti, è quella di smantellare qui interi reparti , come la tecnologia e ricerca, ossia il cuore pulsante dell'azienda, per trasferirli in Romania. “Naturalmente la Ericsson non ci ha detto questo – ha spiegato Bosco -, ma sappiamo che hanno acquisito un'azienda in Romania e una in Spagna, con lavoratori che svolgono lo stesso lavoro che facciamo qui. Abbiamo dei forti sospetti. Il rammarico è che questa è un'azienda che continua a ricevere cospicui finanziamenti per l'ampliamento della banda larga. Prende i finanziamenti e poi va a svolgere il lavoro da un'altra parte.”

A leggere i nomi di tutte le aziende genovesi in crisi, che minacciano cassa integrazione o licenziamenti, però, tremano i polsi. Sono in difficoltà tutti i settori industriali dell'economia: la Hanjin, la Ericsson, l'Ilva, la Piaggio, la Oms Ratto, la Carige, ecc... Quello che viene fuori è una crisi profonda dell'economia di un'intera città. “Quando lo dicevamo noi, ci dicevano che eravamo delle Cassandre - ha detto ancora Bosco -. Ma sono mesi che abbiamo lanciato un grido di allarme, e abbiamo chiesto alle istituzioni che si facessero carico di convocare degli stati generali per cercare di costruire una vera e propria proposta su Genova”.

Per uscire dall'impasse, infatti, secondo Bosco, “bisogna unificare la comunità genovese, le istituzioni, i sindacati, le nostre controparti datoriali, e Confindustria che ancora fa poco. Abbiamo degli obiettivi sui quali puntare, ci sono delle eccellenze a Genova che vanno dall'industria alla logistica, alla portualità, al turismo. Ma manca una regia. Purtroppo dal grido di allarme si è precipitati nella crisi senza che si facesse nulla”.

Dalle istituzioni, infatti, la Cgil ha finora ricevuto soltanto un lungo elenco di dichiarazioni. “Il sindaco – ha concluso Bosco - si era impegnato a convocare per la metà di settembre un incontro che mettesse tra tutti coloro che tengono al futuro di questa città, e telefonicamente me lo ha riconfermato. Ma non vorrei che chiudessimo la stalla quando i buoi sono già scappati, perché nel frattempo la situazione è precipitata. Ma qualcosa bisogna fare. Abbiamo tenuto ieri una riunione di segretari generali di tutte le categorie di Genova, e stiamo pensando nel mese di ottobre a organizzare uno sciopero generale contro il declino di questa città, ma anche per produrre delle proposte”.