Il bonus d 80 euro mensili per le forze dell’ordine sarà riconosciuto solo per il 2016 sotto forma di detrazione fiscale e non sarà pertanto utile ai fini previdenziali e pensionistici. Questo è quanto è stato previsto con il testo della legge di stabilità approvato nei giorni scorsi alla Camera, che ratifica la misura già approvata dalla commissione Bilancio il 15 dicembre. Ciò conferma - con buona pace di chi sostiene il contrario - che il bonus non avrà carattere strutturale, ma sarà una tantum, connesso agli eventi eccezionali del Giubileo e della lotta al terrorismo.

Il bonus riguarderà le forze di Polizia, le forze armate, il personale dei Vigili del fuoco come quello delle Capitanerie di porto, un benefit di 960 euro su base annuale. Un contributo che, come spiegato nella relazione tecnica, non ha natura retributiva, non è soggetto a contribuzione previdenziale e assistenziale e non concorre a formare la retribuzione complessiva ai fini dell’imposta sul reddito delle persone fisiche. In sostanza, una decontribuzione vera e propria che non avrà effetti sulla previdenza e sulla futura pensione.

Da una stima  dell’ufficio studi della Camera, si apprende che il personale interessato è di circa 500mila unità per una spesa di 500 milioni per il solo 2016 (viene introdotta, al riguardo, una clausola di salvaguardia in caso di maggiori spese rispetto alle stime).

Rispetto al testo iniziale, un subemendamento, approvato alla vigilia delle festività, ha allargato l’erogazione del bonus anche al personale delle Capitanerie di porto, settore che era risultato escluso durante la prima stesura del testo presentato dal governo. Viene, invece, confermata l’esclusione dei lavoratori con trattamento “retributivo di tipo dirigenziale”.

Non solo. Nel pacchetto delle modifiche per il comparto sicurezza e difesa si prevede anche l’anticipo dal 1° ottobre 2016 al 1° marzo dello stesso anno del termine a partire dal quale possono essere effettuate le assunzioni straordinarie nella Polizia di Stato, nell’arma dei Carabinieri e nel corpo della Guardia di finanza, autorizzate con l’articolo 16-ter del decreto legge sugli enti locali (dl 78/2015) allo scopo di incrementare le attività di prevenzione e controllo del territorio e di tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica in relazione allo svolgimento del Giubileo straordinario. In più, si prevede l’autorizzazione alla spesa di 944.958 euro per il 2016, di 973.892 euro  per il 2017 e di 1.576.400 annui a decorrere dall’anno 2018, da destinare a provvedimenti normativi diretti all’equiparazione del personale direttivo del corpo della Polizia penitenziaria ai corrispondenti ruoli della Polizia di Stato in relazione all’articolazione delle carriere e al trattamento giuridico del personale.

Approvato anche un investimento da 150 milioni di euro sulla cybersicurezza e di 50 milioni per migliorare la strumentazione delle forze di Polizia e dei Vigili del fuoco. Gli interventi e le amministrazioni cui destinare le somme saranno determinati, entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge, con decreto del presidente del Consiglio dei ministri, di concerto con il ministro dell’Economia e delle Finanze, sentiti i ministri dell’Interno, della Difesa e della Giustizia. A questi fondi si aggiunge un ulteriore stanziamento di 245 milioni di euro (250 nella stesura originale) per il 2016 per sostenere interventi straordinari per la difesa e la sicurezza “nazionale in relazione alla minaccia terroristica”. Queste le misure varate dal Parlamento in tema di sicurezza, un capitolo di spesa che, lo ricordiamo, negli anni ha visto decrementi considerevoli sul fronte degli investimenti (meno 7 miliardi di euro per le spese di sostentamento delle amministrazioni o per il personale), tagli che hanno ridotto enormemente le capacità di risposta nella lotta al crimine, con riflessi non trascurabili su dotazioni, mezzi e strumentazioni in uso alle forze dell’ordine.

Anche sul versante del turn over, la ridotta capacità tesa a ripianare gli organici di tutte le forze di Polizia del Paese (meno 55%) ha fatto diminuire, per la sola Polizia di Stato, di ben 5.400 unità il personale, passando dalle 108mila del 2008 alle attuali 94mila. Si tratta di personale che ha oggi un’età media anagrafica di oltre 45 anni. Stante il quadro appena descritto, e considerate le circa 2.500 unita in meno - media annua dei pensionamenti per la sola Polizia di Stato -, che produce ogni anno un meno 2,5% di carenza di organico, la previsione delle assunzioni straordinarie in occasione del Giubileo appare al momento ancora poca cosa, se si considera che il turn over lo si raggiungerà, a regime, non prima del 2017. Allo stesso tempo, nemmeno recuperare il gap su dotazioni, strumentazioni e mezzi sarà una cosa semplice; saranno necessari anni, ma solamente se, a cominciare dalle prossime leggi di stabilità, si considererà la sicurezza quale un versante strategico ed essenziale per il bene del Paese; solamente agendo in controtendenza rispetto agli ultimi interventi in materia, che hanno portato a una forma di decrescente calo degli indispensabili strumenti di cui hanno bisogno le forze dell’ordine, si potrà effettivamente annunciare una svolta.

Anche in merito ai 250 milioni di euro, diventati ora 245, destinati alla Difesa per il contrasto al terrorismo, la decisione di non coinvolgere il ministero dell’Interno neanche nella fase di individuazione degli obiettivi, lascia quantomeno perplessi, considerando che si tratta di una materia assai importante, che attiene a risorse che dovranno essere utilizzate per i droni e per apparecchiature tecnologicamente avanzate. Insomma, siamo in presenza di una legge di stabilità non all’altezza di affrontare il tema della sicurezza del Paese, mentre prendiamo anche atto che il necessario riordino delle forze di Polizia non avverrà in tempi rapidi, visto il rinvio della questione, ormai da troppi anni attesa, che avrebbe conferito maggior professionalità ed efficienza all’attuale modello di sicurezza del Paese. Su tutti questi temi è quindi necessario riaprire, al più presto, una seria discussione di merito.

Daniele Tissone è il segretario generale del Silp Cgil