Le azioni prese all'interno dell'area euro, “nonostante i progressi”, non sembrano essere state sufficienti per fermare la diffusione dello stress e attenuare le conseguenze del circolo conti-crescita-settore bancario. A dirlo è il Fondo monetario internazionale (Fmi) in un rapporto dedicato alle ripercussione delle politiche economiche di cinque economie sistemiche (Stati Uniti, Cina, area euro, Giappone e Regno Unito).

L'area euro - mette in evidenza il Fmi - non è la sola preoccupazione a livello gloable. Gli Stati Uniti devono evitare che vengano a mancare 4.000 miliardi di dollari di sgravi fiscali e scattino tagli automatici alla spesa il prossimo anno. Il Fmi ritiene che per la Cina la preoccupazione siano investimenti più lenti che, anche se necessari per ribilanciare la domanda, potrebbero avere effetto sui partner commerciali della Cina e sui prezzi.

L'elevato debito pubblico è il timore per il Giappone
, perché lo rende vulnerabile, mentre il Regno Unito dovrebbe assumere ulteriori iniziative per rafforzare il sistema finanziario e la fiducia nelle banche.

Intanto, continua l'altalena dello spread tra titoli di stato italiani e tedeschi. Il differenziale tra Btp e Bund raggiunge in mattinata i 520 punti, dopo la galoppata di ieri scatenata dall'indecisione della Bce sul piano di salvataggio dell'euro. Poi però, intorno alle 10:00, riscende sotto i 500 punti, con un rendimento del 6,2%.