"Mahamat, sudanese, 47 anni, profugo, una figlia a Catania, è l'ultima vittima della tratta e dello sfruttamento nei campi di pomodori. Morire nei campi alle ore 14, significa, per attività che di solito iniziano alle ore 5 di mattina, aver lavorato presumibilmente per circa 9 ore, probabilmente a cottimo a 3,50 euro a cassone, senza regolare assunzione, nella totale assenza dello Stato e degli organi Ispettivi di controllo". Così in un comunicato iunitario le segreterie di Flai, Fai e Uila della Puglia.

"Questa è la condizione della 'prateria' pugliese, dove nel nome del profitto e dell’impresa, le aziende agricole, da Nardo a Foggia, continuano in totale impunità e illegalità a praticare evasioni fiscali, evasioni contributive, lavoro nero, sottosalario, e tutto ciò che d'illegale esiste nei rapporti di lavoro, compresa l’intermediazione di manodopera e il caporalato, che rende questi uomini e lavoratori vittime della tratta e del mercato del caporalato, ridotti in schiavitù".

"Condizione che si alimenta dell’ assenza delle politiche di accoglienza, delle politiche sanitarie e d'integrazione, e dalla totale assenza delle politiche abitative, essendo la maggioranza di questi moderni schiavi,  ospiti dei ghetti, che sempre più popolano e si espandono nella nostra Regione. Questo infortunio mortale avviene nell’azienda Mariano, in provincia di Lecce, già oggetto del processo Saber, che vede imputate varie aziende per riduzione in schiavitù e caporalato".

"Nonostante la legislazione nazionale sull’intermediazione di manodopera, che ha reso perseguibile penalmente il fenomeno, e la legislazione regionale in materia di lotta e contrasto al lavoro nero, che seppur di avanguardia, si denuncia come questi strumenti non hanno esplicato la propria efficacia, per assenza dei controlli e una incisiva lotta ai fenomeni d'illegalità". Le segreterie regionali di Flai, Fai e Uila chiedono che "gli interventi non siano provvisori e legati alla contingenza del caso, dettati solo dalle emotività, di cui vanno fatti i dovuti controlli e applicazione delle sanzioni, accertandone le responsabilità".

Da parte sindacale, si chiede che "si attivi rapidamente un piano speciale e straordinario, di azione e contrasto al lavoro nero,  in prossimità delle imminenti campagne di grandi operazioni di raccolta, che interesseranno i pomodori e l’uva da tavola, invitando altresì le istituzioni ad attivare le azioni ispettive congiunte e l’attivazione dei tavoli di confronto, quale l’Orsa". Alle organizzazioni datoriali, invece, si fa richiesta "di prendere le distanze da imprenditori spregiudicati, che fanno dell’illegalità il loro essere impresa, concorrenti a quelle aziende che hanno scelto la trasparenza e qualità del lavoro e dei diritti, evitando di presentare sui mercati nazionali e internazionali prodotti permeati da illegalità e sfruttamento schiavistico".