"Per la democrazia, il contratto, il reddito, l'occupazione". I metalmeccanici della Fiom scendono in piazza contro la trattativa separata sul contratto nazionale con uno sciopero generale diviso in due giorni, a seconda delle regioni. Si comincia mercoledì 5 dicembre, in concomitanza col nuovo round tra le imprese e gli altri sindacati il cui negoziato è giunto ormai alle battute finali. L'esito, ormai scontato, è un nuovo accordo separato che la Fiom aveva cercato di arginare, proponendo un'intesa unitaria della durata di un anno - in funzione anticrisi - per il lavoro e per un'industria di qualità ambientalmente sostenibile.

Proposta che però è stata bocciata dalle controparti e dalle altre sigle. Dunque, mercoledì braccia incrociate in Lombardia - il segretario generale delle tute blu Cgil, Maurizio Landini, interverrà alla manifestazione di Milano -, Marche e Toscana. Giovedì tocca al resto d'Italia con manifestazioni e cortei regionali in tutto il paese. A Napoli presidio davanti al Palazzo della Regione, a Bologna in piazza di Porta Saragozza; a Roma in piazza Bocca della Verità; altre manifestazioni davanti alle sedi della Confndustria della Liguria; il teatro della protesta di Torino sarà invece Porta Susa; a Terni - dove lo stop sarà di quattro ore - gli operai faranno una "staffetta per il contratto", con sit-in davanti alle fabbriche. Landini parteciperà alla manifestazione di Padova, dalle ore 9 nel piazzale della Stazione ferroviaria. 

"Il lavoro è sotto ricatto e c'è l'esplicito tentativo di cancellare il contratto nazionale di categoria, nonché di impedire la mediazione sociale che pone vincoli al mercato". Così lo stesso Landini parla alla vigilia dello sciopero. "Chiediamo cose precise, e cioè che venga cancellato l'articolo 8 (dell'ex ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, ndr), che venga fatta una legge sulla rappresentanza, il ripristino dell'articolo 18, ma anche rompere il silenzio sulla cancellazione del contratto nazionale di categoria, perché in queste ore Film e Uilm stanno firmando un accordo separato con Finmeccanica che porterà proprio a questo". A un'intesa che, a suo giudizio, "vuole derogare dai minimi salariali e aumentare l'orario di lavoro senza che i lavoratori stessi abbiano voce in capitolo e questo è il primo effetto dell'accordo sulla produttività non firmato dalla Cgil".

Si legge sul sito della Fiom nella pagina dedicata allo sciopero: "A fronte di decine di migliaia di licenziamenti e di chiusure di fabbriche, con l'aumento della disoccupazione, della precarietà, del ricorso continuo alla cassa integrazione vogliono, con questa trattativa separata, aumentare l'orario di lavoro giornaliero e settimanale, e aumentare lo straordinario obbligatorio a 250 ore annue creando ulteriore disoccupazione". (mm)