Con la comunicazione di Jsw della necessità di ulteriori quattro mesi per la presentazione del piano industriale, subordinato al rispetto degli impegni pubblici, tra i lavoratori è aumentata incertezza e sfiducia. Sono mesi che denunciamo a tutti (ministero dello Sviluppo economico, Prefetto, Regione Toscana, Comune di Piombino, partiti politici) il rischio che l'immobilismo del governo possa fornire un alibi a un imprenditore che in questi diciotto mesi non ha rispettato gli impegni, in merito agli smantellamenti e agli investimenti annunciati. Purtroppo, oggi ci siamo arrivati”. Così Fiom, Fim e Uilm in un comunicato unitario.

“Lo stesso ministro dello Sviluppo economico, che dice di stare organizzando un incontro con l'imprenditore, afferma che c'è un grosso ritardo, dovuto ‘non tutto per colpa di Jindal’. Una vera e propria ammissione di responsabilità del governo, che ora deve recuperare. Rivendichiamo che la nostra, essendo una vertenza nazionale, debba essere gestita dal ministro o direttamente dal presidente del Consiglio. È necessario mettere in campo gli strumenti necessari affinché tutti i soggetti rispettino gli impegni sottoscritti nell'accordo di programma, siglato nel 2018. Solo facendo squadra si può salvare la siderurgia e dare certezze ai lavoratori”, continua il sindacato.

“I dipendenti non hanno mai chiesto ammortizzatori sociali: questi devono servire solo per il sostegno economico durante la realizzazione degli impegni sottoscritti; insomma, devono essere propedeutici per il ritorno all'attività lavorativa. Mentre si vocifera per Piombino di fantasiosi ‘piani B’ e di soluzioni al buio per le 2.000 famiglie coinvolte, pretendiamo che il governo sia il primo garante degli impegni siglati, per dare certezze ai lavoratori e a un territorio che deve puntare alla diversificazione, ma partendo con il salvaguardare la siderurgia”, proseguono le organizzazioni sindacali.

“Giovedì 30 gennaio parteciperemo all'assemblea pubblica, convocata dal sindaco di Piombino, mentre lunedì 3 febbraio saremo con i coordinatori rsu Jsw e Piombino logistics presso il Mise, dal sottosegretario Pd, Alessia Morani. Sarà un'occasione di confronto importante per esprimere le nostre richieste e le preoccupazioni dei lavoratori. Di tutto ciò informeremo tutti i lavoratori nelle assemblee, che si terranno il 6 febbraio, vista anche la delibera della commissione elettorale sullo spostamento della consultazione elettorale per il rinnovo della Rsu e Rls”, aggiungono le tre sigle.

“La commissione elettorale – allo scopo di avere la massima partecipazione alla consultazione elettorale –, vista l'attuale carenza dell'attività lavorativa in stabilimento, ha deciso, infatti, per un rinvio delle elezioni, previste per la prossima settimana. Dunque, le elezioni si terranno dal 17 al 21 febbraio (in quella settimana dovrebbe essere garantita l'attività del treno rotaie, del treno vergella e lo scarico e carico navi, mentre attendiamo ancora notizie riguardo alla laminazione al treno medio-piccolo). Di solito, i tempi fra l'avvio del rinnovo e lo svolgimento effettivo delle elezioni sono molto ristretti: in questo caso, la commissione elettorale – allo scopo di consentire a Usb di avere il tempo per i loro eventuali ricorsi – aveva volutamente dilatato i tempi. Questa è democrazia”, rilevano ancora i sindacati.

“In questi giorni, il giudice del Tribunale di Livorno ha confermato la totale correttezza del comportamento della commissione elettorale, escludendo dalle elezioni Rsu-Rls l'organizzazione Usb. Non c'è stato nessun complotto, ma il giudizio di un giudice. Non siamo stati noi a escludere Usb: hanno fatto tutto da soli, mostrando semplicemente la propria incompetenza e incapacità. Sapendo forse di essere totalmente inadeguati a rappresentare i lavoratori – soprattutto in un momento così complesso, dove c'è bisogno di competenza e non di demagogia –, hanno così scelto di autoescludersi, non inviando tutte le firme necessarie, solo per continuare a fare le proprie sterili polemiche sui social. Per questi personaggi la democrazia è fare quello che vorrebbero loro, senza rispettare le regole e le decisioni di un giudice (fra l'altro, proprio da loro interpellato), dopo avere intimorito la commissione elettorale, composta – è bene ricordare – da lavoratori iscritti al sindacato (alcuni in cassa integrazione da oltre cinque anni), che dedicano un po' del proprio tempo libero per permettere lo svolgimento delle regolari elezioni”, concludono le tre sigle di categoria.