E' stato deludente, l'incontro tra governo e sindacati sulla Fiat avvenuto nella serata del 25 settembre. Ma non poteva essere altrimenti. L'apertura di un confronto era stata chiesta dall'esecutivo, che intendeva informare le organizzazioni dei lavoratori sul vertice avuto pochi giorni prima col management del Lingotto. Ma sul tavolo c'erano ben pochi argomenti sui quali confrontarsi, a parte la certezza che Fabbrica Italia non esiste più, se mai è esistita. Per il resto, un elenco di assenze: l'assenza di un piano industriale alternativo, l'assenza di investimenti da parte di una Fiat che viaggia a vista, l'assenza di un qualche dettaglio sulle ricadute per i lavoratori.

E dunque i sindacati (assenti per polemica Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti) hanno risposto con freddezza alla richiesta di "apertura di un dialogo" avanzata dal ministro del Lavoro Elsa Fornero e dal ministro dello Sviluppo Corrado Passera.

Fornero avrebbe assicurato che dal governo c'e' la volonta' di 'una interlocuzione', per comprendere meglio' la posizione dei sindacati, per recepire 'impressioni e suggerimenti'. Il ministro del Lavoro Elsa Fornero, con accanto il ministro dello Sviluppo Corrado Passera, ha impostato cosi' - secondo quanto riferito dai presenti - la riunione che i due ministri hanno tenuto in serata su Fiat con le organizzazioni sindacali.

Ad ogni modo il governo 'non ha detto nulla di piu' di quanto gia' noto', riferiscono i sindacati in base a una ricostruzione dell'Ansa -, ma e' apparso improntato ad aprire un percorso, a impostare un metodo di lavoro insieme. 'Non rivanghiamo il passato per cercare colpe e responsabilita', ma collaboriamo per individuare percorsi utili per il futuro', avrebbe detto il ministro Fornero.

'Rimaniamo in uno stato di sospensione: non c'e' piu' il sogno di Fabbrica Italia e Fiat non ci dice cosa vuole fare', ha sottolineato alla riunione il segretario generale della Cgil Susanna Camusso.

Secondo Camusso "sorge il sospetto che Fiat dice rimaniamo per mantenere un presidio, evitare l'ingresso di altri produttori e poi si vedra'. 'Questo stato di incertezza pesa non solo fra i lavoratori Fiat ma anche su tutti quelli della filiera produttiva'.

'Se non si fanno investimenti e' a rischio l'intera tenuta e che l'Italia diventi una provincia americana'. E' quanto ha detto invece il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, al termine dell'incontro. 'Aspettare due anni senza investimenti e nuovi modelli - ha aggiunto - significa trovarsi di fronte a macerie. Il governo agisca', ha concluso. Landini ha anche chiesto di 'ripristinare le liberta' sindacali in fabbrica', e che il governo non dimentichi i casi Termini Imerese e Irisbus.

Passera ha risposto che la vertenza Irisbus sara' al centro di un tavolo con i sindacati il 9 ottobre.