Oggi è la giornata di Fast food global. I lavoratori della ristorazione veloce scioperano in 33 paesi e si mobilitano per rivendicare l'innalzamento del salario minimo e condizioni di lavoro più dignitose. L'astensione è organizzata dal sindacato internazionale del food, che ha mosso i primi passi negli Stati Uniti con le rivendicazioni dei dipendenti McDonald's. Domani, invece, ci sarà lo sciopero generale per il rinnovo del ccnl di settore. Spazio Filcams, la rubrica di Radioarticolo1, ha dato stamattina la parola a Massimo Frattini, coordinatore International Union of Food, Rita Custodi, addetta di Autogrill Roma, Simone, lavoratore di McDonald's Milano, Roberta Manieri, ufficio stampa Filcams.

"La mobilitazione globale avviene in solidarietà con i lavoratori degli Usa – osserva Frattini –, che sono in sciopero e protestano per l'aumento della retribuzione minima a 15 euro  l'ora, contro gli attuali 7 dollari e 25. Le condizioni di lavoro di questi addetti sono difficili negli States così come in altre parti del mondo, anche perchè le principali catene della ristorazione – come McDonald's, Burger King, Star bucks –, sono le stesse in tutto il mondo. Per quanto riguarda il salario, in Italia le paghe orarie sono molto basse, sono stati disdetti contratti, c'è un ricorso al part time e ad orari molto faticosi. Perciò, pressochè ovunque, i problemi sono comuni. Fa eccezione la rete dei fast food in Danimarca, dove, grazie a un sindacato che negozia, i lavoratori hanno paghe buone, nonchè il diritto a iscriversi a un sindacato. In Italia, al contrario, molti lavoratori sono senza contratto e senza coperture. Datori di lavoro senza scrupoli scaricano su di loro non solo i costi della crisi, ma anche una volontà di naggior profitto".

Ragion per cui, spazio alla mobilitazione internazionale, che ha sempre dato buoni risultati, in termini di contrasto all'illegalità. Stavolta, poi, c'è una ragione in più per scioperare: Fipe, la federazione degli imprenditori dei pubblici esercizi, ha disdetto il ccnl a partire dl 1° gennaio 2015, e perciò domani sarà sciopero generale del settore. È intervenuta poi Custodi, che ha parlato della sua vita lavorativa, di condizioni di lavoro, salari e orari.

"Io sono un'atipica – dice la lavoratrice –, perchè a differenza dei miei colleghi che lavorano sulle autostrade non ho un orario h24 e non faccio le notti. Ho 25 anni di anzianità con contratto a tempo indeterminato.Lavoro 40 ore settimanali, con una paga oraria di 10-12 euro lordi, mentre la maggioranza di noi è in condizioni peggiori, a part time con orari di 18 ore settimanali, oppure con il contratto a termine. Personalmente mi impegno tutti i giorni per estendere diritti e tutele a tutti i miei colleghi, a cominciare da quelli più giovani, che stanno in condizioni sicuramente peggiori, con contratti a chiamata e vengono pagati con i voucher. Quella che per me può apparire una condizione di privilegio, ma non lo è, deve diventare la condizione di tutti. Sono una gran rompiscatole, ma cerco di far capire soprattutto ai giovani che si può e si deve lavorare in modo diverso da quello che conoscono, che non è un modo sano nè giusto di lavorare".

Simone racconta la sua esperienza milanese e conferma: "I giovani vengono tutti assunti con i voucher a chiamata – dice –: 8 ore settimanali per 14 giorni, con una paghetta di poco superiore a quella che ti dava mamma alle superiori. Lavori senza dignità, perchè sei perennemente sotto ricatto, non puoi permetterti di dire o fare nulla, altrimenti non vieni più richiamato. Io ho un part time di 24 ore settimanali e guadagno 8 euro lordi, con un orario dalle 9 alle 15. Non ho turni fissi e dunque ogni settimana scopro quante notti o festivi dovrò fare. Il tutto, per poco più di 600 euro al mese. Io e i miei colleghi incrociamo tutti le braccia e siamo molto orgogliosi per il fatto che l'Italia sia una dei cinque paesi europei che hanno aderito a questo sciopero mondiale, la cui mobilitazione è partita dai lavoratori americani. Mi dà tanta forza sapere che non si è soli nella lotta, e credo che uniti abbiamo più possibilità di piegare le multinazionali del fast food e ottenere condizioni di lavoro migliori". 

Dal 1° gennaio 2015, Fipe (una delle associazioni datoriali del settore) ha disdetto il ccnl di categoria, perchè, a suo giudizio, in questo momento di crisi non è più sostenibile sotto il profilo dei costi. Le trattative con i sindacati di settore si sono interrotte e domani sarà sciopero nazionale per l'intera giornata. "Non solo il salario, ma anche diritti e tutele dei lavoratori sono a rischio – precisa Manieri –: dal sostentamento alla maternità alle paghe orarie, agli straordinari. Così come indebolito risulta il ruolo del sindacato. Il congresso della Cgil e quello della Filcams hanno fatto della contrattazione inclusiva uno dei temi fondamentali della futura piattaforma del lavoro, in totale controtendenza con quanto si propongono le associazioni datoriali. Il contratto per noi è essenziale, anche per costruire uno dei volani di rilancio dell'economia, essendo il turismo collegato al mondo della cultura. Perciò, domani la mobilitazione sarà massiccia, per battere il nostro grande nemico, la frammentazione del settore, con tanti fast food sparsi nei piccoli comuni, dove per il sindacato è quasi impossibile organizzare una rete di contatto e confronto con i lavoratori. Proprio in provincia ci saranno tantissime iniziative: ad esempio, quella organizzata a Cesenatico racchiuderà l'intero territorio della Riviera romagnola, e dà lì si partirà per manifestare tutti assieme. Inoltre, abbiamo lanciato www.fastgeneration.it, un blog dove lavoratori e lavoratrici del settore raccontano la propria condizione: uno strumento di comunicazione e informazione indispensabile per farli sentire meno soli, ma anche per portare all'attenzione dell'opinione pubblica malesseri e disagi di tante persone che non hanno voce".