Sono “solo" quattro lavoratori e lavoratrici, ma alcuni di loro lavorano da più di 20 anni presso il bar della facoltà di Ingegneria a Perugia. Sono padri e madri di famiglia che hanno cambiato nel tempo più di una divisa, tenuto conto che il bar è sempre stato dato in appalto ad aziende terze tramite regolare bando di gara dall'Adisu che ne è il legittimo proprietario. Il 17 giugno è successo di nuovo: la ditta che ha gestito il bar negli ultimi otto anni ha lasciato l'appalto e i lavoratori si sono preparati a cambiare di nuovo giacchetta, ma stavolta la situazione si è complicata e parecchio. "E’ apparso ben chiaro già al primo incontro in Cgil a Perugia fra i sindacati, una rappresentante dei lavoratori e una delegazione dell'azienda subentrante, che la strada questa volta sarebbe stata in salita" spiega Stefania Cardinali, segretaria generale della Filcams Cgil di Perugia: "L’azienda, infatti, ha subito detto che non si riteneva vincolata ad assumere i lavoratori già in forza nel bar e che lo avrebbe fatto soltanto a determinate condizioni”. 

E così è stato: malgrado innumerevoli incontri, telefonate, ipotesi di accordo mai firmate, alla fine i lavoratori hanno dovuto accettare condizioni sfavorevoli per mantenere un posto di lavoro che hanno sempre considerato loro, al di là delle giacchette che negli anni hanno dovuto cambiare. I quattro sono infatti dovuti passare da un full time a un part time, perdendo un intero giorno di lavoro a settimana. Inoltre, il loro stipendio sarà sospeso ad agosto (per tre settimane), a Natale, Capodanno e probabilmente a Pasqua. Questo, di fatto, significherà perdere un altro mese, forse anche più, di lavoro. Nelle vecchie gestioni i lavoratori utilizzavano le loro ferie e permessi per coprire questi periodi, cosa che succede un po' in tutto il mondo scolastico e accademico. “Quindi - riprende Cardinali - appare subito chiaro che la sospensione natalizia è un sistema per ottenere un risparmio immediato, visti i tanti giorni di festività previsti, giorni che dovrebbero essere regolarmente pagati e che invece determineranno un vantaggio per l’azienda non indifferente. Risparmio che però, di fatto, mette in discussione le regole di un mondo, quello degli appalti, che non ha certo bisogno di altre furbate o della perdita di altri diritti per i lavoratori".

La Filcams Cgil sottolinea però il grande senso di responsabilità, ma soprattutto la grande solidarietà degli studenti della facoltà di Ingegneria, che, anche attraverso la loro rappresentanza sindacale (Udu), si sono subito adoperati per sostenere il personale colpito, avviando anche una raccolta firme (come si vede nella fotografia) a sostegno degli standard lavorativi che considerano parte integrante della facoltà di Ingegneria. In un sol giorno sono state raccolte 300 firme (la raccolta continua oggi, martedì 20 giugno, alla riapertura del bar stesso). Stessa identica solidarietà è venuta anche da docenti e professori che ne discuteranno sempre oggi nel senato accademico. "Una solidarietà che fa bene al cuore in un mondo che in genere tende a dimenticarsi degli ultimi - conclude Cardinali - in una comunità come quella della facoltà di Ingegneria che dà la sensazione che forse non tutto è perduto". La Filcams Cgil di Perugia nel ringraziare studenti e professori per quanto fatto si adopererà per portare la vertenza all’ufficio provinciale del lavoro.