Sono di nuovo in sciopero, dopo la grande mobilitazione nazionale della scorsa settimana, i lavoratori di Ericsson a Genova. Da stamattina (2 agosto) stanno manifestando con il sostegno di altri lavoratori delle aziende metalmeccaniche del parco tecnologico degli Erzelli per respingere l'ennesimo piano di ristrutturazione (leggasi licenziamenti) della multinazionale svedese. Quarantaquattro già licenziati a Genova (ma un’altra ventina sono già avvertiti che la scure si abbatterà anche su di essi), e 204 nelle altre sedi italiane del gruppo.

I lavoratori stanno bloccando gli accessi alle due rotonde invitando i colleghi a non entrare al lavoro. Insieme a quelli di Ericsson, come detto, ci sono delegazioni di altre aziende del polo tecnologico: Siemens Industry Software, Esaote, Liguria Digitale, Alpi San Marco Ristorazione, Infinity, Hyla Soft e Leonardo che ieri per la prima volta si sono riuniti in assemblea comune di fronte alla situazione occupazionale agli Erzelli

Eppure, proprio a Genova Ericsson è stata la prima azienda ad insediarsi, nel 2012, nel polo tecnologico degli Erzelli, in seguito ad un Accordo di programma che prevedeva un escalation di investimenti nel settore della ricerca e sviluppo per l'azienda. "Invece la multinazionale ha inanellato una inesorabile sequenza di licenziamenti collettivi e siamo ancora distanti dal realizzare le aspettative nei confronti del sito", osservano i sindacati Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil di Genova.

“Quando il parco è nato doveva essere una nuova possibilità occupazionale per la città – ha detto a Genova24.it Marina Ceccherini, delegata Fiom di Siemens – mentre Ericsson in particolare da quando si e trasferita qui anche con fondi pubblici ha particamente dimezzato l’occupazione. Per questo era giusto dimostrare solidarietà”.

Come scrive Giorgio Frasca Polara su Radioarticolo1, la storia parte nel 2008, quando la Ericsson-Telecomunicazioni SpA acquisisce il glorioso e storico marchio Marconi e si installa nella “cittadella” dell’hi-tech di Genova-Erzelli. Da allora una serie di marce avanti e indietro padronali: ad ogni retromarcia, milioni a pioggia da Stato a Regione e ripresa. Poi, l'accordo di programma quadriennale del 2012 che prevedeva per il solo territorio di Genova 24 milioni dal ministero dell’Università, 6,9 da quello dello Sviluppo e 11 dalla Regione mentre l’azienda si impegnava a spendere 31,4 (dei finanziamenti extra). Peccato, come sottolinea la Cgil, che né a livello nazionale né locale erano state previste clausole sociali, così che Ericsson ha incassato i finanziamenti e continuato a ridurre il personale.

Intanto, oggi, 2 agosto, riprende, alle 18 in Regione, il tavolo territoriale con Regione Liguria, Comune di Genova, Confindustria e Organizzazioni sindacali. Da lì i lavoratori e i sindacati auspicano di avere qualche risposta: "Sarebbe importante che le istituzioni locali trovino una soluzione per questi lavoratori. Sarebbe un segnale forte di speranza per una città ancora oggi colpita da una crisi fortissima", osservano i sindacati.