Giornata importante oggi (lunedì 29 gennaio) per due vertenze difficili, che coinvolgono centinaia di lavoratori. A Torino è previsto l'incontro fra Embraco e i sindacati all'Unione industriale. Mentre a Roma, presso il ministero dello Sviluppo, ci sarà un nuovo round della spinosa vicenda Ericsson.

La richiesta dello spostamento del tavolo per l'Embraco è stata fatta proprio dall'azienda del gruppo Whirlpool, che ha ricevuto nei giorni scorsi la proposta dei ministri del Lavoro Giuliano Poletti, e dello Sviluppo economico Carlo Calenda, di concedere nove mesi di cassa integrazione straordinaria a fronte di un piano industriale o di un progetto chiaro di reindustrializzazione dell'area. Per quanto riguarda la Ericsson invece, anche dopo gli incontri del 22 e del 26 gennaio, non sembrano esserci buone notizie.

Le vertenze
L'Embraco ha annunciato la chiusura dello stabilimento di Riva di Chieri, nel torinese, dove si producono compressori per frigoriferi, con 497 licenziamenti su 537 dipendenti. Il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda ha incontrato i vertici dell’azienda Embraco il 18 gennaio scorso, al termine dell’incontro dei manager della società al ministero del Lavoro. Il tavolo ministeriale con le parti sociali è già convocato per il prossimo 8 febbraio. Il ministro ha chiesto a Embraco di sospendere le procedure di licenziamento per i lavoratori del sito di Riva di Chieri, così da consentire la valutazione di possibili iniziative di reindustrializzazione.

Alla società il ministro ha anche chiesto di individuare quale potrebbe essere l'intervento economico che potrebbe essere considerato dall'azienda decisivo. Una risposta dovrebbe arrivare in tempi brevi: già nell'incontro si lunedì 29 la Embraco potrebbe comunicare una sua decisione definitiva. “Hanno riconfermato l'indisponibilità a continuare l'attività produttiva nemmeno nei volumi da loro stessi più volte dichiarati – hanno detto per la Fiom Lino La Mendola e Ugo Bolognesi –. Ribadiamo la nostra disponibilità a discutere di tutti gli strumenti utili alla rioccupazione dei lavoratori, ma riteniamo prioritario l'impegno a continuare a produrre nel sito di Chieri”.

La Ericsson ha invece riconfermato l’intenzione di ridurre la forza lavoro e di rivisitare il costo del lavoro, il tutto per rendere, secondo lei, competitiva la Ericsson Services Italia. Una posizione avversata dai sindacati Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil, che “hanno respinto qualsiasi ipotesi di riduzione della forza lavoro e di destrutturazione del ccnl”. Il ministero, preso atto della distanza tra le parti, ha invitato tutti “a proseguire il confronto al fine di trovare soluzioni condivise in grado di rendere competitiva la nuova azienda nelle cornici del settore, salvaguardando l’occupazione”.

Ad aumentare la tensione è arrivata anche l’uscita della Ericsson Services Italia dal contratto nazionale delle telecomunicazioni. Una decisione, ha spiegato la società, necessaria “a sostenere gli obiettivi di crescita dell'azienda di nuova costituzione e permetterle di affermarsi in un mercato competitivo quale quello dei servizi per reti e apparati di telecomunicazione”, ma dettata anche dall'esigenza di “adottare un nuovo regolamento aziendale”. I sindacati, in conclusione, evidenziano che “la scelta di basare il rilancio di una società appena nata sul binomio riduzione occupazionale-abbattimento salariale non è certo degno di una grande azienda europea, ma soprattutto punta sulla svalorizzazione delle attività e all'annullamento del patrimonio professionale. Un'azienda che basa il suo piano industriale su queste strategie, non ha futuro”.