Rotte a Roma le trattative fra i sindacati e l'Eni sul progetto industriale del “cane a sei zampe” che prevedeva anche la riorganizzazione generale degli organici. E' l'esito dell'incontro che si è concluso nella tarda serata di ieri (8 luglio, n.d.r.) fra i segretari generali di Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil, Emilio Miceli, Sergio Gigli, Paolo Pirani e il nuovo amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi. Nel corso dell'incontro l'Eni ha denunciato gravi perdite nel settore della raffinazione a causa di un surplus europeo di 120 milioni di tonnellate di raffinato, comunicando ai sindacati di garantire la continuità operativa solo per la raffineria di Sannazzaro (Pavia) e della propria quota (50%) del sito di Milazzo. In discussione invece le cinque raffinerie di Gela, Taranto e la seconda fase di Porto Marghera, oltre al petrolchimico di Priolo, a Siracusa. Le prospettive più pesanti riguardano Gela, per la quale sarebbero revocati i 700 milioni di investimenti previsti lo scorso anno che avevano l'obiettivo di ammodernare gli impianti ed arrivare ad una produzione di diesel tale da poter garantire ancora i margini, oltre allo “stop” delle tre linee di produzione.

Dunque una situazione molto pesante: delusione e rabbia tra i lavoratori di Gela che hanno intensificato i picchetti, presidiando anche le vie di accesso allo stabilimento. Secondo i sindacati siciliani, che hanno chiesto un incontro urgente al governatore Rosario Crocetta, sarebbero a rischio più di 3500 posti di lavoro.
“A fabbrica chiusa – rincara la dose Emilio Miceli – non si può fare alcun progetto e non si può discutere. Chiederemo al Governo di convocare un tavolo urgente, perchè se è vero che l'Eni perde sulla raffinazione per effetto anche dei suoi mancati investimenti nel settore, è altrettanto vero che l'Italia ha bisogno degli investimenti e della presenza industriale di Eni. Non possiamo assistere inerti – aggiunge Miceli – ad un grande gruppo che rischia di uscire dall'industria: ci batteremo fino in fondo perché ciò non avvenga!”

Infine Miceli, Gigli e Pirani hanno convocato per il prossimo 18 luglio il coordinamento nazionale unitario di categoria per stabilire le iniziative di lotta da intraprendere non solo nelle raffinerie ma in tutti gli stabilimenti produttivi di Eni.