Continuano a crescere i casi di irregolarità nelle imprese ispezionate, con l'aumento degli illeciti, del lavoro nero, delle violazioni penali e degli appalti/subappalti non in regola, fino ai drammi del caporalato di questi giorni. Al contempo però, l’attività ispettiva e di controllo è in continua diminuzione. A denunciarlo in una nota è Franco Zavatti della Cgil di Modena e responsabile Legalità e Sicurezza per la Cgil Emilia Romagna.

“Dei 5.795 accessi ispettivi effettuati in regione nello scorso semestre – si legge nella nota di Zavatti - Modena è la 3° provincia ‘visitata’, dopo Bologna e Ferrara, con 620 accessi che segnalano, purtroppo, un ulteriore calo tendenziale rispetto allo scorso anno che portò nel modenese 1.325 ispezioni. Si conferma, anche nei nostri territori, la tendenza nefasta e persistente, innestata dagli ultimi governi col blocco del turn-over, taglio delle risorse e calo del personale addetto ai servizi di controllo”.

“Ciò – commenta il responsabile legalità della Cgil emiliana - rappresenta una colossale contraddizione della politica, in tema di legalità e lavoro pulito, e non bastano i pur necessari appelli al miglior coordinamento fra i diversi Enti coinvolti nelle funzioni ispettive: Inps, Inail, Direzione Provinciale del Lavoro, Guardia di Finanza, ecc...”.

Zavatti osserva come al picco nazionale del 58,9% delle imprese irregolari rilevate, segua a ruota il 57,3% di irregolarità in Emilia Romagna (“lo scorso anno eravamo al 53%”), con le punte del 68,4% di Reggio, il 60,2% a Bologna ed a seguire Ferrara, Modena. “Un territorio regionale che vede la crescita del lavoro nero – afferma ancora Zavatti - con 1.543 casi, e di ben 221 casi riguardanti l'accertamento di ‘fenomeni interpositori ed appalti illeciti’, con Modena al 2° posto”.

I settori produttivi più esposti a tali distorsioni, si confermano essere trasporto e servizi alle imprese; edilizia e costruzioni; commercio; alloggio e ristorazione. “Un quadro ben poco incoraggiante – commenta ancora Zavatti - per di più aggravato dal crescente incremento delle ‘irregolarità di natura penale’, in gran parte derivanti dallo sfruttamento di lavoratori extracomunitari clandestini: ben 375 in regione e nel solo primo semestre. Con Bologna al 1° posto ed a poca distanza le province di Modena e Parma, guardando i numeri assoluti. Ma, più correttamente, in rapporto a popolazione o numero di imprese, Modena passa prima”.

In sintesi: pur calando le risorse dedicate ai controlli ispettivi, crescono sensibilmente le rilevazioni negative degli illeciti, anche nelle province dell’Emilia Romagna. “Certamente – commenta Zavatti - questo grazie alla migliore efficacia delle attività ‘mirate’ di intelligence dei controllori, ma sopratutto e purtroppo a causa della crescente espansione dei fenomeni di irregolarità che inquinano i nostri cantieri ed imprese: lavoro nero, grigio, false partite Iva, contratti fasulli, subappalti da strozzo, agenzie di intermediari col nome di ‘operator’ o finte coop”.

“Serve e con urgenza - conclude il responsabile legalità della Cgil - una più estesa, esplicita e pubblica discesa in campo di tutte le Associazioni economiche, delle imprese e delle professioni, per alzare gli argini di prevenzione ed educazione contro il lavoro irregolare che sconfina in un’economia a rischio col malaffare. Non è più sufficiente limitarsi al banale richiamo ‘chi sa deve fare denuncia’”.