“Continuano ad aumentare sentenze, morosità ed esecuzioni. E’ il fallimento delle politiche emergenziali, senza una vera politica abitativa non si uscirà da questo dramma”. Così Cgil e Sunia, che hanno effettuato una prima elaborazione dei dati del ministero dell'Interno sui provvedimenti di rilascio degli immobili ad uso abitativo relativi a tutto il 2014.

Gli sfratti emessi nel 2014 sono stati 77.278 rispetto ai 73.385 del 2013 con un incremento del +5,3%. Quelli per morosità raggiungono l’89% del totale di quelli emessi e fanno segnare un + 5,7% rispetto all’anno precedente.

Le regioni più colpite dagli sfratti si confermano: la Lombardia (14.533 provvedimenti, il 18,8% del totale nazionale), il Lazio (9.648, il 12,5% del totale) e il Piemonte (8.266, pari al 10,7%).

In aumento anche le richieste di esecuzione dello sfratto con l’ufficiale giudiziario che dalle 129.577 del 2013, passano alle 150.075 del 2014 (+14,6%).

“I dati del 2014 continuano a confermare - sostengono Cgil e Sunia - che questa emergenza sociale è ormai da tempo fuori controllo e che a nulla servono gli interventi, scarsi e di corto respiro, sinora messi in campo. L’aumento degli sfratti e delle richieste di esecuzione, sono la conferma di un sistema abitativo che non funziona o, peggio ancora, continua a puntare su soluzioni come la proprietà della casa, che nulla hanno a che fare con la risposta ad una domanda che si è progressivamente impoverita e non solo a causa della crisi”.

“La sottovalutazione pericolosa del disagio sociale crescente alimentato dalla crisi abitativa - proseguono Cgil e Sunia - ha raggiunto limiti non più tollerabili. Una ulteriore prova è data dalla scadenza, il 30 giugno, della miniproroga delle esecuzioni concessa per le famiglie di anziani, portatori di handicap, con minori o malati terminali”.

Per Cgil e Sunia, “se non si prende atto immediatamente della necessità di inserire la politica abitativa tra le priorità dell’azione di governo, definendo un vero e proprio piano pluriennale fatto di risorse certe e continuative, riforme legislative e analisi quantitativa e qualitativa dei segmenti di fabbisogno, non si uscirà dalla situazione di emergenza cronica in cui versa da troppi anni il settore abitativo”.

Cgil e Sunia insieme a Spi Cgil e Fillea “hanno formulato proposte concrete con la campagna ‘Occupiamoci di casa’ e moltiplicheranno le loro iniziative per costringere il governo ad aprire un confronto serio che porti rapidamente ad atti concreti e misurabili in grado di restituire fiducia e prospettiva alle centinaia di migliaia di famiglie, di lavoratori, pensionati e giovani che attendono da anni una risposta”.

Tra le priorità per affrontare il disagio abitativo - sottolineano - : “un piano pluriennale di edilizia sociale in affitto a canoni sostenibili, puntando sul recupero di aree ed edifici dismessi, contrastando ulteriore urbanizzazione e consumo di suolo; una revisione della legge sulle locazioni che punti, attraverso la contrattazione collettiva e leva fiscale, ad abbassare il livello degli affitti privati e ad aumentare l’offerta; una dotazione finanziaria certa e continuativa per permettere programmazione degli interventi e sostegno diretto agli inquilini in difficoltà”.