Martedì 9 e mercoledì 10 giugno si svolgeranno alla Ferrari di Maranello e alla Ferrari-Scaglietti di Modena le elezioni per il rinnovo dei Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (Rls). Dopo cinque anni la Fiom Cgil partecipa a elezioni unitarie. Un momento di democrazia da troppo tempo rinviato e aggirato in Ferrari (in Fca e in Cnh), a seguito del contratto specifico siglato nel 2012. La mancata firma da parte nostra di quel contratto condusse al mancato riconoscimento delle Rsu Fiom in tutti gli stabilimenti del gruppo. Il riconoscimento della Fiom fu poi possibile solo attraverso una sentenza della Corte costituzionale, che di fatto, tuttora, garantisce il riconoscimento legale della nostra rappresentanza sindacale in Fca.

Le elezioni degli Rls in Ferrari e negli stabilimenti Fca e Cnh sono una competizione elettorale normata dalla legge: le regole sono uguali per tutti, a decidere i propri rappresentanti sono i lavoratori. Le elezioni per gli Rls, proprio perché definite dalla legge, rappresentano l’unico strumento di confronto tra sindacati firmatari del contratto specifico e Fiom Cgil. Infatti, nonostante la sentenza della Corte, le elezioni dei rappresentanti dei lavoratori (Rsa) finora si sono svolte in modo separato. Di fatto, i sindacati firmatari del Ccsl continuano a discriminare la Fiom e i propri iscritti, a incontrare l’azienda in modo separato, a svolgere assemblee separate, a negare ai metalmeccanici Cgil di competere democraticamente alle elezioni delle Rsa (il contratto specifico non prevede le Rsu). Un atteggiamento sostenuto e promosso dall’azienda, che mette ai margini le organizzazioni sindacali non firmatarie. Se oggi non è facoltà dell’azienda negare alla Fiom le assemblee sindacali, le trattenute delle deleghe o l’utilizzo delle bacheche sindacali per non incorrere in sanzioni penali, si fa comunque di tutto per emarginarci.

In questo contesto di esclusione e di divisione, le elezioni degli Rls si caricano di un significato particolare per i lavoratori degli stabilimenti dell’ex Fiat. I segnali sono incoraggianti: lo dicono la partecipazione dei lavoratori alle assemblee indette dalla Fiom in Ferrari (una delle quali ha visto l’intervento del segretario generale Maurizio Landini di fronte a un numero imponente di lavoratori), oppure i risultati delle elezioni delle Rsa avvenute in modo separato lo scorso febbraio, che ci hanno premiato in termini di partecipazione. Malgrado questo, però, sappiamo che l’esclusione per anni dai tavoli ufficiali di trattative con l’azienda ci penalizza in un confronto elettorale.

In tutte le tornate elettorali per i rinnovi della Rsu la Fiom in Ferrari ha guadagnato sempre la maggioranza relativa o assoluta. Una fiducia consolidata in decenni di contrattazione aziendale, di serietà e coerenza dei delegati Fiom. È evidente che, al di là della tipologia di elezioni cui si partecipa, la nostra organizzazione verrà pesata e giudicata in relazione a un’eredità di risultati elettorali che ci ha visti sempre primo sindacato in azienda. La democrazia, tuttavia, non ci preoccupa né ci spaventa: al contrario, ci fornisce la giusta tensione emotiva per porre al centro di tutte le discussioni sindacali le esigenze reali per la tutela della salute e sicurezza in fabbrica.

Gli Rls che verranno eletti in Ferrari si troveranno di fronte un’azienda di circa 2.700 dipendenti, di cui 800 impiegati e 600 addetti alla gestione sportiva (Formula 1), oltre a un numero significativo di lavoratori di aziende esterne. Per quanto riguarda gli operai (dalla fonderia alla verniciatura, dalle lavorazioni meccaniche alla carrozzeria), gli Rls verranno a contatto con situazioni di rischio molto diverse tra loro.

Se la complessità aziendale, quindi, è il primo tema su cui riflettere per interpretare nel miglior modo il ruolo di Rsa/Rls, ci sono anche altre questioni su cui è necessario soffermarsi per inquadrare la situazione in Ferrari. La prima è indagare come ha agito la crisi in corso sui lavoratori di un’azienda ritenuta sana e di eccellenza; la seconda è analizzare come avviene la partecipazione per il miglioramento della salute e della sicurezza in azienda con l’adozione del Ccsl e anche alla luce della riduzione delle tutele intraprese dal Jobs Act. È bene ricordare, inoltre, che Ferrari ha un sistema di governo di salute e sicurezza dei dipendenti molto avanzato, ma spesso refrattario alle proposte dei lavoratori, soprattutto se sono promosse dal sindacato.

È partendo da queste da queste osservazioni che proporremo ai lavoratori (oltre a me, i candidati sono Sauro Palazzi, Matteo Parlati, Elvis Fischetti, Pasquale Marano, Gennaro Candolfi, Augusto Ghinelli, Giovanni Parente e Silvano Merighi) di ripartire insieme, anche mettendo in campo importanti iniziative. Pensiamo, infatti, di realizzare un’analisi del “clima aziendale” che coinvolga tutti i dipendenti, una mappatura delle catene di montaggio Ferrari e forniture Maserati (centrata su tempi, pause ed ergonomia, questioni oggi decise in modo unilaterale dall’azienda e ratificate dai sindacati firmatari del Ccsl, uno studio delle turnistiche e degli orari di lavoro, un monitoraggio degli infortuni nei reparti e una verifica degli ambienti di lavoro (con particolare attenzione ai reparti di fonderia e verniciatura, e agli addetti alla lavorazione della fibra di carbonio della gestione sportiva).

* delegato Rsa Fiom Cgil Ferrari