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Giuseppe Amari e Anna Vinci (a cura di)
LE NOTTI DELLA DEMOCRAZIA
Tina Anselmi e Aung San Suu Kyi, due donne per la libertà
Un omaggio a due combattenti per la libertà, Tina Anselmi e Aung San Suu Kyi. Due donne di diversa generazione, nazionalità e fede, ma con una comune determinazione nell’impegno per la giustizia sociale e contro le “notti della democrazia”: la feroce alleanza nazifascista, combattuta dalla diciassettenne staffetta partigiana Tina; lo spietato regime militare birmano, al quale da anni resiste con la non violenza il premio Nobel per la Pace Aung. I due curatori si sono avvalsi del fondamentale contributo di saperi e convinzioni variegate, senza prendere posizione, pur restando “di parte”: dalla parte di chi sente il bisogno di non dimenticare, di capire perché il nostro paese si è consegnato per così lunghi anni a un potere corrotto e di matrice piduistica.
Stefano Ciccone, Barbara Mapelli
SILENZI
Non detti, reticenze e assenze di (tra) donne e uomini
Il volume si propone di identificare alcune tematiche particolarmente significative e paradigmatiche del rapporto tra uomini e donne. Negli ultimi decenni, in alcuni ambiti ci sono stati notevoli progressi, ma ci sono ancora situazioni così radicate nell’immaginario sociale di genere che non sono state per nulla toccate dal cambiamento. Basti pensare all’assenza maschile nell’educazione o alle forme con cui si reagisce alla rappresentazione del corpo femminile e del desiderio maschile. In questo volume uomini e donne si interrogano, dialogando, sulle questioni ancora irrisolte: dalla “liberazione” femminile all’autorità maschile, dal lavoro di cura all’educazione, dal razzismo femminile al diventare madri.
Francesco M. Biscione
IL DELITTO MORO E LA DERIVA DELLA DEMOCRAZIA
L’omicidio di Aldo Moro non segnò solo la fine della politica di solidarietà. Quell’episodio, anche per le sue modalità, interruppe il percorso del progetto democratico-costituzionale che era stato alla base della rinascita del paese, con la conseguenza di snaturare il senso della convivenza nazionale e costringere le istituzioni repubblicane a torsioni innaturali. È da lì, secondo la tesi dell’autore, che nacque la crisi politica che caratterizza tutt’ora il nostro paese: dal delitto Moro partì una fase di declino civile e politico che la cultura e la politica democratiche non hanno ancora valutato in tutta la sua portata.