LA STRAGE DEGLI INNOCENTI
TERZA ETÀ: ANATOMIA DI UN OMICIDIO SOCIALE


di Roberto Gramiccia,
con la collaborazione di ­Vittorio Bonanni
prefazione di Margherita Hack

Ediesse, Febbraio 2013
Pagine 272
Euro 15.00

Viaggio tra l’emarginazione sociale, la sofferenza, la reclusione in istituti e la morte di milioni di anziani e meno anziani socialmente fragili
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L’Oms collocava sino a poco tempo fa l’Italia al secondo posto nel mondo in quanto ad efficienza della sua sanità pubblica. Eppure, anche a causa della crisi e dei tagli lineari al welfare, invecchiare in modo decente in Italia è diventato un lusso che sempre meno persone possono permettersi. Nessuno si preoccupa dello stato di abbandono in cui vengono lasciate le persone anziane, malate, senza o con scarsi mezzi economici. Nessuno ne parla.

La vecchiaia non ha voce, non ha cittadinanza, specie quando è povera e disperata. Il libro di Roberto Gramiccia fa finalmente luce su un fenomeno mostruoso ignorato da tutti.

La strage degli innocenti è un libro di inchiesta e di riflessione che parte dalla stridente contraddizione fra le teorie dei cosiddetti difensori della vita (caso Englaro, aborto, eutanasia ecc.) e il silenzio catacombale che incombe sul fenomeno raccapricciante che il libro intende denunciare. Questo fenomeno riguarda l’emarginazione sociale, la sofferenza, la reclusione in istituti e la morte di milioni di anziani e meno anziani socialmente fragili.

L’insufficiente, e soprattutto distorta, assistenza riservata a queste fasce sociali più vulnerabili - ulteriormente peggiorata dalla crisi e dai tagli alla sanità pubblica - mentre assicura lauti guadagni all’imprenditoria privata, produce quotidianamente un attentato alla vita di cui nessuno si occupa, tanto meno i cattolici fondamentalisti.

Un attentato tanto più pericoloso e spietato quanto minore è la protezione sociale di chi ne è fatto oggetto. In questo senso rappresenta il più classico e scolastico esempio di ingiustizia di classe. Il libro è arricchito da conversazioni che mettono assieme competenze diverse ma convergenti nel confermare la giustezza della denuncia di cui l’autore si fa promotore.

Gli intervistati sono il senatore Ignazio Marino, il filosofo Umberto Galimberti, le dottoresse Francesca Moccia e Teresa Ierardi, il professor Massimo Palleschi e la segretaria dello Spi Cgil Carla Cantone.