Non capita tutti i giorni di trarre impressioni e lezioni così significative come quelle raccolte nell’incontro, avvenuto la scorsa settimana nei locali della Cgil Liguria, tra una delegazione sudafricana e i sindacalisti Cgil della regione, guidati dal segretario generale Renzo Miroglio. La delegazione era composta da esponenti delle amministrazioni pubbliche del Kwazulu Natal, in maggioranza donne, con un unico uomo bianco in rappresentanza dell’opposizione politica, manco a dirlo un membro del National Party (molti ricorderanno il nome di De Klerk) del tutto aderente – anche nel fisico – al cliché dei bianchi sudafricani costretti a ingoiare il rospo Mandela.

La delegazione è venuta a Genova per un viaggio di studio centrato sui problemi dell’amministrazione pubblica, e quindi ha seguito un programma di incontri in gran parte istituzionale. Ma, anche per merito di una persona sensibile alle questioni del lavoro e convinto del ruolo insostituibile del sindacato, il console onorario della Repubblica sudafricana a Genova Enrico De Barbieri, è stato organizzato un incontro con la Cgil non solo per approfondire la reciproca conoscenza ma anche per sottolineare valori e ideali comuni. Sarebbe lungo ripercorrere le ragioni di questa comunanza. Basti ricordare che molti politici sudafricani che appartengono al partito di governo (Anc) provengono dalle file del sindacato e, oltre a essere orgogliosi della loro giovane democrazia e della lotta di liberazione culminata con le elezioni del ’94, spesso sono rimasti legati al mondo del lavoro.

Oggi le cose in Sudafrica stanno cambiando rapidamente. Lo testimonia il fattaccio di sangue avvenuto a fine agosto, quando la polizia ha sparato su minatori inermi in lotta per i salari e per il lavoro. La fine dell’apartheid e l’emergere di una nuova élite di colore – anche se molte leve dell’economia restano saldamente in mano alla minoranza bianca – hanno creato evidentemente nuovi squilibri e tensioni inedite, anche all’interno della maggioranza nera e del mondo del lavoro. Ma di questo, ovviamente, non si è parlato.

L’incontro di Genova si stava svolgendo lungo i binari dell’ufficialità quando, nella sede della Cgil Liguria, è successo qualcosa di inaspettato (GUARDA IL VIDEO). Saranno stati i quadri che raffigurano le tappe storiche del sindacato ligure, oppure l’immagine del Che Guevara che ha fatto capolino da qualche ufficio, saranno state le bandiere e le insegne del mondo del lavoro, oppure il calore delle persone che uscivano incuriosite dalle loro stanze: fatto sta che, senza preavviso e senza un segno d’intesa, del tutto spontaneamente, le donne della delegazione hanno iniziato a intonare una canzone di lavoro sudafricana, subito ripresa in coro dalle voci che si rincorrono come è tipico della musica popolare sudafricana. Poi tutti, e specialmente le donne con i loro vestiti multicolori, si sono lanciate in una danza ritmica e coinvolgente lungo il corridoio al terzo piano della Cgil Liguria, contagiando anche i sindacalisti italiani. Lavoratori di tutto il mondo uniti nella danza. Miracoli della solidarietà transnazionale.