L’Università degli Studi di Torino ha approvato un bilancio preventivo in cui dichiara di sforare il limite imposto dalla legge alla tassazione degli studenti. Vengono infatti chiesti 31 milioni in più del dovuto. Per questo, tre giorni dopo Milano, anche a Torino, l’Udu (l'Unione degli universitari) ha depositato un ricorso contro le “tasse fuorilegge” dell’ateneo.

“Nel bilancio di previsione del 2018, l’Università di Torino prevede di incassare 81 milioni di euro dagli studenti in tasse – dichiara Valeria Sartori, coordinatrice dell’Udu Torino –. La previsione per quanto riguarda il finanziamento statale, cioè la quota di Fondo di finanziamento ordinario (Ffo), oscilla tra i 236,6 e i 248,7 milioni di euro. Questo vuol dire che, pur considerando tutti gli esenti dichiarati da UniTo, anche superiori a quelli previsti per legge (che farebbero arrivare il gettito della contribuzione a 79 milioni di euro), il rapporto tra tasse e Ffo oscilla tra il 31,8 e il 33,4%. Il limite di legge è il 20%. Questo significa che agli studenti sono stati chiesti tra i 29,3 e i 31,7 milioni di euro in più rispetto a quanto prescritto dalla legge”.

Per l'Udu non è accettbile che, come a Milano, l’università pubblica decida sistematicamente di violare i limiti di legge imposti a tutela degli studenti per fare cassa sulle nostre spalle con tasse fuorilegge. "Anche in questo caso è lo stesso bilancio di previsione ad attestare che l’Università di Torino intende prelevare dagli studenti e dalle famiglie più di quanto le è consentito – aggiunge Sartori –. Per questi motivi abbiamo già depositato il ricorso al Tar Piemonte, patrocinato dagli avv. Giambelluca e Ticozzi. A Torino crediamo che sia necessario avviare una contrattazione per discutere su come riformare il regolamento tasse dell’Università, in modo tale che non continui ad essere un’università pubblica con uno degli sforamenti più consistenti d’Italia, facendo in modo che già dal prossimo anno non esistano più tasse fuorilegge. È necessario mettere in campo un sistema più equo, innalzando la no-tax area e abbassando consistentemente le tasse, a partire dalle fasce più basse di reddito”.

“Pensiamo che la battaglia del sottofinanziamento, che ci vede da sempre in prima linea – commenta Elisa Marchetti, coordinatrice nazionale dell’Udu – richieda il forte supporto da parte delle amministrazioni universitarie. Un supporto alle rivendicazioni che l’Udu ha sempre portato all’attenzione dei governi che si sono succeduti, senza avere risposte adeguate. Quest’azione legale non ha come intento quello di danneggiare l’Università di Torino: chiediamo il rispetto della legge, a tutela del diritto allo studio e vogliamo denunciare l’evidente insufficienza del finanziamento statale che obbliga le università a imporre la terza tassazione più alta in Europa”.