“Domani le lavoratrici e i lavoratori della fondazione Don Gnocchi incroceranno le braccia per dire no alla disdetta unilaterale del contratto e per tutelare lavoro e prestazioni sanitarie ai cittadini”. Ad annunciarlo in una nota unitaria, Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, dopo che la fondazione ha vanificato ogni sforzo di conciliazione, confermando anche al tavolo del ministero del Lavoro l’intenzione di recedere dal contratto nazionale.

Lo sciopero si articolerà nell’intera giornata o turno di lavoro, e saranno garantiti i servizi minimi essenziali. Manifestazioni sono previste nelle nove regioni dove la fondazione è presente. A Potenza, in Basilicata, manifestazione presso la sede della Regione; in Campania, a Salerno, davanti alla sede della Don Gnocchi, e ad Avellino, presidio presso la sede della Onlus di Sant'Angelo dei Lombardi e davanti alla Prefettura; in Emilia Romagna, a Parma, presidio davanti alla struttura e nei pressi della Prefettura; nel Lazio si manifesta a Roma, in piazza Ponte Milvio; in Liguria, a Sarzana (La Spezia), manifestazione davanti alla Don Gnocchi; nelle Marche, ad Ancona, manifestazione presso la sede della Regione; in Lombardia a Milano la manifestazione è convocata presso la sede della Regione, e a Pavia presso la struttura; a Torino, in Piemonte, manifestazione davanti alla Prefettura; in Toscana, due appuntamenti: a Firenze si manifesta alla Don Gnocchi, mentre a Massa Carrara davanti alla Prefettura.

I lavoratori, supportati anche dalla solidarietà internazionale della Federazione europea dei sindacati dei servizi pubblici (Epsu), dunque, portano alle estreme conseguenze la mobilitazione in atto da mesi contro “la posizione inaccettabile della fondazione Don Gnocchi, anche alla luce dei pesanti sacrifici sostenuti in questi anni dai professionisti e dipendenti delle strutture. Non si può continuare a fare cassa sulle spalle di chi lavora. Quindi, no alla disdetta del contratto e no a scelte unilaterali: i diritti e le tutele degli operatori sanitari della fondazione vanno tutelati", affermano i confederali.

"In questi due anni, con grande fatica e responsabilità, i dipendenti hanno rispettato un accordo temporaneo di crisi, per dare risposte allo stato della Don Gnocchi e per tutelare e garantire i pazienti e offrire loro cure e assistenza adeguate. È arrivato il momento di dire basta a sacrifici che gravano solo sui lavoratori; la via di una competizione al ribasso sul costo del lavoro non è la soluzione. Serve ritirare la disdetta del contratto e aprire subito un confronto serio e rispettoso della dignità e della professionalità di chi lavora con competenza e impegno al servizio delle persone”, concludono le tre sigle.