Nella sua 320ma sessione (Ginevra, 13 – 17 marzo 2014) il Consiglio d’Amministrazione dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL, ILO nell’acronimo inglese) ha approvato il rapporto del Comitato sulla Libertà a Associazione (FoA), che include le conclusioni sul ricorso presentato dalla CGIL contro il governo italiano per le gravi violazioni dei diritti sindacali, ai danni della FIOM-CGIL, nel gruppo FIAT.

Il ricorso era stato presentato il 31 maggio 2012 dalla segreteria confederale della CGIL e il Comitato dell’ILO – un apposito organismo tripartito istituito all’interno del Consiglio di Amministrazione – ha dovuto attendere le “controdeduzioni” del governo italiano – arrivate il 15 ottobre 2012 e, successivamente, il 5 agosto e 18 settembre 2013 – prima di giungere alle sue conclusioni.

L’Italia ha ratificato le Convenzioni ILO n. 87 sulla libertà sindacale e la protezione dei diritti sindacali, n. 98 sul diritto di organizzazione e di contrattazione collettiva e n. 135 sui rappresentanti dei lavoratori. Il governo è quindi tenuto a far rispettare, nella legislazione e nella pratica, queste convenzioni; cosa che non è avvenuta nel caso delle violazioni dei diritti sindacali della FIOM e dei suoi iscritti nel gruppo FIAT.

Il Governo è stato richiamato ad un’iniziativa, concordata con le parti sociali, per un’adeguata revisione dell’art.19 dello Statuto, in modo che sia garantita la piena agibilità sindacale a tutti i sindacati maggiormente rappresentativi, indipendentemente dalla loro adesione al contratto applicato in azienda.

Il rapporto del Comitato sulla Libertà di Associazione, approvato dal Consiglio di Amministrazione ILO (vedi in allegato la traduzione dell’intero testo), si conclude con le seguenti raccomandazioni al governo italiano

a) Il Comitato chiede al Governo di agire rapidamente sulla questione e di tenerlo informato delle iniziative prese dal Governo, in consultazione con le parti sociali, per trarre eventuali conseguenze legislative derivanti dalla sentenza della Corte Costituzionale del 3 luglio 2013 concernente la definizione del criterio di attribuzione dei diritti sindacali rafforzati riconosciuti dall'articolo 19 dello Statuto dei Lavoratori, in linea con le Convenzioni e i principi riguardanti la libertà sindacale dell’ ILO.

b) Nell'osservare che la trattenuta della quota sindacale dei lavoratori affiliati a favore di diversi sindacati rappresentativi è stata discontinua riguardo alla FIOM – CGIL dopo il suo rifiuto di firmare l'accordo collettivo, il Comitato, in considerazione dei meriti del caso e tenendo conto delle decisioni dei tribunali che hanno già ordinato la ripresa di tali trattenute in parecchie aziende del Gruppo, chiede al Governo di riunire le parti interessate, al fine di garantire che tutti i dipendenti del gruppo iscritti alla FIOM – CGIL possano continuare ad avere le quote trattenute dai loro salari e versate a detta organizzazione sindacale.

c) Il Comitato chiede al Governo di indicare se i tre delegati sindacali della FIOM – CGIL dell'azienda di Melfi, che sono stati oggetto delle sentenza della Corte di Cassazione del 2 agosto 2013, siano stati effettivamente reintegrati.

d) Riguardo alle altre accuse di condotta antisindacale e di discriminazione contenute nel presente caso, il Comitato chiede di essere informato delle decisioni giudiziarie ancora in sospeso. Chiede, inoltre, al Governo di prendere le iniziative necessarie, come facilitare il dialogo tra il Gruppo e l'organizzazione ricorrente, per impedire che nuovi conflitti di natura simile si presentino all'interno del Gruppo in esame. Il Comitato chiede al Governo di tenerlo informato su questa questione.