Un lungo, inutile e sfiancante braccio di ferro politico si è parzialmente concluso, nella serata di mercoledì 22 agosto, con l’autorizzazione allo sbarco dei 27 minori stranieri non accompagnati di nazionalità eritrea e somala che erano a bordo della nave Diciotti. Ma la questione è tutt’altro che risolta: i minori sono apparsi visibilmente malnutriti e psicologicamente provati, come fanno sapere gli operatori socio-sanitari che testimoniano la presenza di adolescenti di circa trenta chili di peso, e inoltre sulla nave della Guardia costiera italiana restano i 150 migranti adulti ai quali il ministro dell’Interno Salvini nega lo sbarco.

Il caso della Diciotti ha ormai assunto i toni da tifoseria e rimpallo di propaganda, il tutto sulla pelle di persone che sono trattenute senza alcuna ragione se non quella pretestuosa di chi vuol fare la voce grossa. L’Autorità garante nazionale per l’infanzia e l’adolescenza è subito intervenuta per richiedere l’immediata attivazione del sistema di protezione per i minorenni sbarcati in rispetto delle norme nazionali e degli obblighi internazionali.

“È stato attuato quanto previsto dalla legge 47 del 2017 – dichiara la garante Filomena Albano – che vieta il respingimento dei minori stranieri non accompagnati. Possiamo constatare con soddisfazione che si è dato seguito ai principi della Costituzione italiana e a quelli della Convenzione di New York per la tutela dei diritti di tutti i minorenni”. Dopo i contatti avuti con il ministero dell’Interno, ieri la garante Albano ha chiesto nuove informazioni al prefetto Gerarda Pantalone, capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Viminale, in merito alla collocazione delle due ragazze e dei venticinque ragazzi scesi dalla nave.

“Intendo includere i centri di accoglienza nei quali sono ospitati nel consueto giro di visite in programma e finalizzate all’ascolto delle persone di minore età – prosegue Filomena Albano – e assicurarmi che sia loro garantita un’accoglienza decorosa e il diritto a un tutore volontario. Va tenuto in conto che la Sicilia è un territorio nel quale si concentra il 43,3% dei minori stranieri non accompagnati presenti in Italia e che, in tali condizioni, il numero dei tutori volontari ha difficoltà a coprire tutta l’area regionale”. Su questo aspetto è intervenuto anche il garante regionale per l'infanzia Jacopo Marzetti che ha annunciato la piena disponibilità di molti tutori iscritti negli elenchi della Regione Lazio.

Rispetto all’infrazione delle norme e all’accusa di detenzione illegale di persone la garante Albano precisa: “La verifica dell’osservanza delle leggi è compito dell’Autorità giudiziaria. In qualità di Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza continuerò a richiedere di accedere a dati e informazioni, eseguirò visite e ispezioni, effettuerò segnalazioni e raccomandazioni per riferire periodicamente al Comitato Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”.

Fuori dai canali istituzionali è forte e più che mai attiva la reazione dei privati cittadini che dimostrano la propria solidarietà: dai residenti catanesi che hanno organizzato un flash mob a base di arancini, ai giornalisti e documentaristi indipendenti che seguono in prima linea dal porto di Catania gli sviluppi della situazione, come sta facendo il regista Luigi D’Alife, e anche le reti e coordinamenti di tutori e tutrici volontari di Msna, tra cui l’associazione Officina 47 che si è pronunciata attraverso i canali social per segnalare la palese violazione dei diritti e la drammatica emergenza umanitaria.