All'indomani del via libera da parte del Senato al ddl scuola, le proteste non si placano. Al momento del pronunciamento dell’esito della fiducia sul maxiemendamento al disegno di legge, ma anche durante le operazioni di voto, ci sono stati fischi da parte dell’opposizione a Palazzo Madama. Fuori la protesta delle associazioni e dei sindacati. La Cgil preannuncia ancora battaglia, nelle piazze e nelle scuole.

"L'approvazione, con il voto di fiducia al Senato, del disegno di legge sulla brutta scuola è un atto arrogante e autoritario. Non permetteremo che la scuola pubblica sia devastata da questo Governo. Con l'approvazione del disegno di legge si è messa la Costituzione sotto i piedi". Ha sottolineato in una nota Domenico Pantaleo, Segretario generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza Cgil.

"La battaglia per garantire a tutti i precari la stabilizzazione - spiega Pantaleo - l'opposizione radicale alla trasformazione delle scuole in aziende, la difesa intransigente dei diritti contrattuali e il rinnovo del contratto nazionale rispettando la sentenza della Corte Costituzionale continuerà nei prossimi giorni nel Paese e nelle scuole. Ci opporremo adesso e a settembre in tutti i modi possibili all'attuazione di quei contenuti che distruggono la scuola pubblica. Libertà e diritti non possono essere cancellati con un voto di fiducia. La grande e combattiva manifestazione di oggi (ieri ndr) dimostra ancora una volta che chi ha votato il disegno di legge è ormai lontano dal Paese reale. Non si può pensare che prima si impongono le scelte e poi si dialoga! Se si voleva discutere seriamente bisognava farlo prima e non dopo l'approvazione del disegno di legge. E' il governo che ha deciso di andare allo scontro - conclude - e noi raccogliamo la sfida perché il mondo della scuola è con noi".

"L'apposizione della fiducia e l'approvazione al Senato del ddl 'Buona Scuola' è la rappresentazione dell'arroganza di un governo che non ha mai avuto l'intenzione di ascoltare il mondo della scuola". Ha invece commentato a caldo Gianna Fracassi, segretaria confederale della Cgil. "C'erano altre strade - continua Fracassi - per garantire sia l'immissione in ruolo dei precari che una discussione approfondita sul resto del provvedimento: non si sono volute percorrere, minacciando e contrapponendo, in una sorta di ricatto, la stabilizzazione del personale con la possibilità del Parlamento di svolgere fino in fondo il proprio ruolo".

Per la dirigente sindacale
del ddl "non ci sono le risposte che il mondo della scuola ha chiesto a gran voce sulla dispersione o sulla lotta alle disuguaglianze. Si introduce invece una impostazione autoritaria nei rapporti interni alla scuola - prosegue - e non si prevede un piano di assunzioni che dia una speranza a quella parte del personale precario non compreso nella stabilizzazione". "Non c'è niente di innovativo: neppure l'organico potenziato, che - spiega - si ridurrà ad una fotografia dei posti già funzionanti".

"Per queste ragioni
- spiega Fracassi - la nostra protesta non si ferma qui: è troppo importante la battaglia per qualificare il nostro sistema di istruzione, per quella idea, per dirla con le parole di Don Milani, di una scuola di tutti e di ciascuno. Oggi - conclude - crediamo non si sia andati in questa direzione".