Stop dell'aumento a 67 anni dell'età pensionabile dal 2019 per 15 categorie di lavori gravosi. Il governo porta sul tavolo tecnico con i sindacati a Palazzo Chigi la proposta per dare una prima risposta alla questione dell'adeguamento automatico dell'età di uscita all'aspettativa di vita. Oltre alle 11 categorie già fissate dall'Ape social (tra cui maestre, infermieri, edili e macchinisti), l’esecutivo ne aggiunge altre quattro: gli operai agricoli e siderurgici, i lavoratori marittimi e i pescatori. Una platea di 15-20 mila persone, pari a circa il 10 per cento dei pensionamenti stimati per il 2019. 

"Quella del governo è una proposta largamente insoddisfacente, con aperture irrilevanti” commenta il segretario confederale Cgil Roberto Ghiselli: “Se le condizioni restano queste, non ci sarà possibile neppure rilanciare. Consegneremo queste ipotesi al tavolo politico, ma le distanze sono tali che non consentono di fare nulla. Ci auguriamo che cambino radicalmente". Il confronto comunque va avanti, con appuntamenti già fissati per giovedì 9 e lunedì 13 novembre.

Le prospettive, però, non sembrano buone. "I pilastri fondamentali del sistema pensionistico italiano non si possono e non si debbono toccare" ha detto martedì 7 il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan nel corso di un'audizione al Senato: "Su questo punto non mi sposto di un metro, si aprirebbe la possibilità di un rischio". Per il ministro, però, è "del tutto immaginabile poter esplorare in una prospettiva più ampia il novero dei lavori gravosi e quindi la deroga per questi lavori dall'adeguamento all'aspettativa di vita. Ma la regola deve rimanere, il meccanismo può essere migliorato in modo marginale". 

Il governo, infine, ha anche proposto la formazione di una commissione scientifica ad hoc (formata dai ministeri della Salute, del Lavoro e dell'Economia, da istituti come l'Inps e l'Inail, e la probabile partecipazione dei sindacati) per calcolare in maniera puntuale la differente speranza di vita in base al lavoro che si svolge. La commissione potrebbe operare fino a giugno-settembre. Un'operazione che l'Inps appoggia e che sarebbe pronto ad avviare per fornire i dati “entro giugno”, come affermato dallo stesso presidente Tito Boeri.