Sono 450 le aziende della provincia di Torino che hanno fatto ricorso alla cassa integrazione, per un totale di 27 mila lavoratori coinvolti. E altri 5 mila, tutti precari, si trovano oggi senza lavoro e senza ammortizzatori sociali. A fornire i dati sulla crisi sono stati i segretari provinciali dei sindacati metalmeccanici Claudio Chiarle (Fim), Giorgio Airaudo (Fiom) e Maurizio Peverati (Uilm), che domani parteciperanno a un attivo unitario delle aziende in crisi che si terrà nello stabilimento della Carrozzeria Bertone.

Afferma Airaudo: “Non c’è un caso Torino. Tuttavia, poiché il capoluogo piemontese sta solo anticipando una situazione che avrà portata molto più ampia, pensiamo che Torino stia suonando la campanella d'allarme per tutto il paese. La precarietà non può essere considerata uno scarto sociale della crisi, per questo è necessario che si estenda la cassa integrazione, che quella in deroga sia resa derogabile verso il basso e che i sostegni al reddito siano ripetibili”.