È stato sottoscritto ieri, in tarda serata, il rinnovo del contratto nazionale per gli imbarcati su natanti di cooperative di pesca, con decorrenza 1 gennaio 2017 e scadenza 31 dicembre 2020. Dopo oltre tre anni di trattative non facili ed in un momento di particolare crisi per il settore, riferiscono i sindacati, "siamo riusciti a trovare punti di equilibrio che danno risposte, anche innovative, ad una parte importante della pesca italiana, quella dei soci lavoratori e dei lavoratori dipendenti da cooperative armatrici. Dal punto di vista economico, abbiamo riallineato le retribuzioni, ferme al 2010, a quelle vigenti nel settore, evitando così effetti dumping".

Per la prima volta nella pesca, inoltre, viene inserita per i soci lavoratori, la retribuzione su base mensile che salvaguarda la specificità della piccola pesca artigianale, in un settore che storicamente, prevedeva acconti sul "minimo monetario garantito", seguito da  un conguaglio trimestrale. Per i dipendenti tale conguaglio si abbassa a due mesi incrementando l'anticipo mensile dal 70% all'80%. "Grande conquista di civiltà - poi -, la previsione del diritto di reimbarco per i lavoratori sbarcati a seguito di malattia ed infortunio, diversamente da quanto previsto dalla normativa vigente".

Per i soci lavoratori è stato introdotto un sistema di mensilizzazione delle retribuzioni. Maggiori tutele arrivano in tema di sicurezza sul lavoro e formazione, prevedendo un monte ore di permessi retribuiti. Un forte impegno anche sul versante della contrattazione decentrata, per valorizzare le specificità delle singole marinerie e tutelare le condizioni di miglior favore già in essere sul territorio. In tema di welfare contrattuale, è stato introdotto per la prima volta l'istituto dell'assistenza sanitaria integrativa, prevedendo per tutti i lavoratori l'adesione, a partire dal primo marzo 2017, al Filcoop sanitario.

Nonostante i risultati raggiunti con il rinnovo contrattuale siamo consapevoli che rimangono ancora aperte tutte quelle vertenze che interessano, in generale il settore della pesca. Come Flai, Fai e Uila Pesca, osservano i sindacati, "da tempo denunciamo delle vere ingiustizie che vive questo settore, ai  lavoratori della pesca non vengono attribuiti alcuni diritti che per noi dovrebbero essere automatici, come il riconoscimento del lavoro usurante e delle malattie professionali che per il comparto, ancora non sono tabellate dall’Inail. Infine, la mancanza di un sistema di ammortizzatori sociali che intervenga a sostegno del settore in tutti casi di crisi o per questioni meteo marine avverse", concludono.

Pucillo (Flai), risultato importante con cambiamenti innovativi

“Un risultato importante – dichiara Antonio Pucillo della Flai Cgil - che arriva dopo oltre tre anni di confronto con le associazioni di rappresentanza del mondo cooperativo e che porta cambiamenti  innovativi per il settore. Per la prima volta nella pesca viene inserita, per i soci lavoratori, la retribuzione su base mensile; inoltre, per i dipendenti il conguaglio viene portato da tre a due mesi, incrementando l'anticipo mensile della parte, che passa da 70% a 80%. Il rinnovo sotto l’aspetto retributivo porta ad un riallineamento delle retribuzioni alla situazione attuale del settore. Viene finalmente affermato il divieto di licenziamento in caso di infortunio o malattia; infatti, come più volte denunciato, per effetto delle norme vigenti nel settore i lavoratori che si ammalavano, si infortunavano, venivano licenziati. Dopo la firma di questo contratto, il lavoratore deve essere reimbarcato alla fine del periodo di convalescenza”. A tutela del welfare è stato inserito un importante strumento con l'avvio del fondo sanitario integrativo Filcoop. Altro elemento qualificante, in un settore dove la sicurezza e la formazione continua rivestono una funzione importante, è l’aver ottenuto  un monte di ore retribuite destinate ad esse.

Queste sono le parti salienti, sottolineate dalla Flai Cgil, di un contratto che pone le basi per il rilancio di un settore in profonda crisi. “Ovviamente – spiega Pucillo - siamo consapevoli che il contratto appena sottoscritto non rappresenta la panacea di tutti i mali che affliggono la pesca italiana. Da tempo denunciamo ingiustizie e lacune che vive questo settore: ai lavoratori della pesca non vengono riconosciuti alcuni diritti essenziali come il riconoscimento di lavoro usurante e delle malattie professionali, che per il settore ancora non sono tabellate dall’Inail; inoltre, sempre in materia di salute e sicurezza, ricordiamo come per i lavoratori della pesca si attenda ancora l’applicazione del T.U. 81. Come grave è la mancanza di un sistema di ammortizzatori sociali che intervenga a sostegno del settore in tutti casi di crisi o per questioni meteo marine avverse. Tuttavia – conclude Pucillo – anche da questo rinnovo e dai suoi numerosi ed importanti elementi qualificanti ed innovativi, lavoriamo per un rilancio dell’intero comparto”.