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“Sulla legge-delega presente in Parlamento, l'effetto del Jobs Act è quello di riportare il conflitto dentro l'impresa. E' il Presidente del Consiglio che evoca nei fatti un ritorno agli anni '70, il contrario di quello di cui ci sarebbe bisogno”: così ha esordito Emilio Miceli, segretario generale della Filctem-Cgil, parlando oggi a Napoli ad una manifestazione di quadri e delegati del centro-sud della sua organizzazione, in prima fila nel sostenere le ragioni dello sciopero generale del 12 dicembre e la netta contrarietà a Jobs Act e legge di stabilità, provvedimenti questi definiti “sbagliati e inefficaci, che riducono diritti e dignità delle persone”.
“Ma se proprio per quelle persone – incalza Miceli – decidi di fare una legge per demansionare, una sorta di vademecum sul ‘licenziamento perfetto', di intervenire sul controllo a distanza, allora hai deciso che sindacato e imprese devono confliggere. Credo che Confindustria - aggiunge polemico – stia sottovalutando questa fase”.
“Del resto – aggiunge il leader sindacale – se il Presidente Renzi immagina che il nemico del giovane precario che guadagna 600 euro al mese sia l'operaio che ne guadagna 1200, c'è da rimanere, oltre che allibiti, offesi!”
“E' proprio colpa della Cgil se la Lega è rinata e se in Calabria ci sono stati più votanti che in Emilia Romagna? Se in queste elezioni regionali la Calabria è diventata Emilia e l'Emilia la Calabria?”, si chiede ancora Miceli. “La Cgil – ha ricordato – non è né azionista della sinistra radicale, né della minoranza Pd, anche perché in quel ‘monolocale' non c'entriamo: siamo troppi!”. “E' lontana da noi – ha proseguito Miceli – l'idea di trasformarci in un sindacato sterilmente antagonista, perché siamo l'organizzazione sindacale maggiormente rappresentativa in Italia, tra le più grandi in Europa”.
“Se qualcuno al nostro interno – ha aggiunto il leader sindacale – pensa che questa sia la prospettiva, sbaglia di grosso”. “Non intendiamo in alcun modo buttare la palla nella tribuna della politica, né trasformarci in un grande 'Cobas'”. Siamo così grandi anche perché non facciamo questi errori”, ha concluso Miceli.