“Il tavolo sui contratti noi siamo pronti ad aprirlo subito, anche a Natale”. Così Rossana Dettori, Giovanni Faverin, Giovanni Torluccio e Nicola Turco, rispettivamente segretari generali di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa, rispondono al ministro Marianna Madia, intervenuta questa mattina a Repubblica tv. “Se il governo pensa davvero che i lavoratori pubblici siano il motore della pubblica amministrazione, perché non ci convoca per rinnovare i contratti? E perché si nasconde ancora, dietro scuse imbarazzanti, per giustificare i 300 milioni stanziati dalla legge di Stabilità, quando lo stesso esecutivo continua a elargire mance elettorali a destra e a manca, al solo fine di puntellare il consenso? Apprezziamo il cambio di atteggiamento del Governo sulla necessità di uscire dalla retorica del dipendente pubblico fannullone, visto che sino a ieri vi è stata una campagna mediatica per affermarlo”.

“Davvero dobbiamo pensare che i servizi al Paese si cambiano con venti nuovi decreti delegati?" attaccano i quattro sindacalisti: “Di norme e provvedimenti, ormai abbiamo perso il conto, ma di investimenti veri nelle persone, nel loro sapere e nell’innovazione neanche l’ombra. E oltretutto, anni e anni di riforme, che s'inseguono senza un progetto, non fanno che aumentare il caos: proprio oggi, abbiamo scritto al ministro per trovare una soluzione per i precari delle province e per le camere di commercio. E poi ci sono le questioni delle agenzie delle entrate, quelle dei ministeri, i ritardi disastrosi sull’implementazione delle competenze in sanità, il riordino delle amministrazioni locali”.

“Se vogliamo cambiare il rapporto tra Stato e cittadini, ma soprattutto pensare a far crescere il Paese, serve un piano straordinario per il lavoro pubblico e i servizi. E si fa con i contratti, rilevano ancora i leader delle quattro sigle –. Bene assumere, come da noi rivendicato, i vincitori di concorso, ma a questi vanno aggiunte almeno 100.000 assunzioni di nuove professioni. La mappatura delle professionalità è ferma a un sito web che non funziona. Nella formazione siamo ancora a mezz'ora media annua per lavoratore. L’innovazione di processo e di prodotto è lasciata a qualche amministratore di buona volontà. E ci sono troppi dirigenti e pochi giovani, troppe risorse sprecate e poche da investire nella valorizzazione dei lavoratori”.

“Ecco perché non ci accontentiamo delle dichiarazioni di principio" concludono i dirigenti sindacali: "Il governo faccia una scelta seria rispetto alle risorse: punti sulle persone e sui servizi per lo sviluppo. E ci convochi subito, noi non andiamo in vacanza, come non ci andranno quei lavoratori pubblici che anche a Natale e Capodanno saranno al loro posto per servire l'Italia”.