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Il Natale 2017 ha portato con sé una buona notizia per i dipendenti degli enti pubblici non economici e per quelli delle funzioni centrali della Pa: un accordo per il rinnovo del contratto nazionale, coerente con il protocollo firmato tra governo e sindacati il 30 novembre 2016. “Accordo nuovo, vita nuova nella contrattazione. Perché il primo effetto positivo di questa intesa è che apre la strada anche al rinnovo negli altri comparti della pubblica amministrazione”. A dirlo, ai microfoni di RadioArticolo1, Franco Martini, segretario confederale della Cgil con delega alla contrattazione.
“Quello firmato poco prima della fine dell'anno è uno dei quattro contratti che abbiamo già rinnovato, ma ci sono ancora tre tavoli aperti: quello delle funzioni locali, a partire dalle autonomie locali, quello della sanità e quello, molto importante e altrettanto complesso, della scuola - continua Martini -. La sostanza di quest'intesa può essere ricondotta a due importanti capitoli. Il primo è relativo alla parte economica, perché dopo 8-9 anni di blocco della contrattazione i dipendenti pubblici vedono finalmente un inizio di rivalutazione delle loro retribuzioni con gli 85 euro che erano contenuti nell'accordo. Poi c'è il capitolo politico e sindacale. Perché inizia il percorso di smantellamento della legge Brunetta, che aveva bloccato in tutti questi anni la contrattazione mettendo fuorigioco il ruolo del sindacato. Credo che questo sia il risultato più importante che abbiamo ottenuto”.
I contratti che rimangono da rinnovare riguardano però settori fondamentali: scuola, università e ricerca, sanità ed enti locali. Ma, secondo il segretario confederale della Cgil, la firma del testo relativo alle funzioni centrali farà da apripista per gli altri comparti. “Il grosso lavoro fatto su alcuni capitoli, come quello delle relazioni sindacali, offre infatti soluzioni molto utili. In tutti i comparti si sta lavorando per mettere a punto i testi contrattuali, soprattutto per quanto riguarda la scuola siamo già a buon punto. L'Aran ha subito convocato il tavolo per il 2 gennaio, che è stato aggiornato ai prossimi giorni. Esiste la volontà dichiarata del Ministero di concludere il confronto in tempi brevi. Per quanto riguarda gli altri due comparti, invece, attendiamo già nei prossimi giorni le convocazioni per far partire con il confronto”.
Ovviamente
c'è da valutare il capitolo delle risorse disponibili per i rinnovi. “Il confronto - afferma Martini - si svolge nel perimetro che è stato definito dall'ultima legge di bilancio. Per quanto riguarda i comparti delle funzioni locali e della sanità abbiamo a che fare con la conferenza delle regioni e l'Ance, che hanno fatto presente al governo la difficoltà a garantire le poste comprese nell'accordo del 30 di novembre. Il governo, però, ha assicurato la copertura. Noi ci muoviamo nell'ambito di un vincolo, che al momento pare assicurato. Il confronto servirà anche a verificare che non ci siano sorprese che riteniamo non ci debbano essere”.