Terza e ultima giornata di sciopero per i 10 mila dipendenti dei Consorzi di bonifica. Martedì 5 luglio si fermano i lavoratori delle regioni del Centro Italia e delle isole (Marche, Umbria, Abruzzo, Molise, Lazio, Sicilia e Sardegna): giovedì 30 giugno era stato il turno dei dipendenti del Nord, mentre martedì 28 era toccato a quelli del Mezzogiorno. A motivare la protesta la rottura del dialogo (avvenuta l’8 giugno scorso) con il Sindacato nazionale enti bonifica irrigazione (Snebi) sul rinnovo del contratto, scaduto ormai da più di un anno e mezzo.

“A fronte dell’ampia disponibilità dei sindacati a portare avanti la discussione per chiudere l’accordo in tempi rapidi, la controparte non ha saputo dare adeguate risposte all’insieme delle richieste presentate in piattaforma” si legge in una nota sindacale. Per Fai Cisl, Flai Cgil e Filbi Uil le proposte del “su salario, demansionamento, tutela dei lavoratori a tempo determinato, agibilità sindacale e disciplina dei licenziamenti sono insufficienti per il prosieguo della trattativa”. Da qui la mobilitazione che, oltre a questa tre-giorni di scioperi interregionali, ha anche messo in calendario un nuovo sciopero generale per mercoledì 20 luglio.

Entrando nel merito dei singoli temi, il primo nodo da sciogliere riguardo l'aumento salariale: lo Snebi ha offerto un incremento complessivo del 2,7 per cento distribuito nel periodo 2016-2018 e nessun riconoscimento economico a copertura del 2015, una misura considerata dai sindacati inaccettabile. Altro aspetto dibattuto è quello della salvaguardia dei lavoratori avventizi, sottututelati riguardo a permessi, congedi, indennità di malattia e di infortunio, e per di più costretti, in base al contratto attuale, alla reiterazione del periodo di prova in caso di riassunzione, senza alcun riconoscimento della professionalità acquisita.

“Chiediamo risposte adeguate e un rinnovo del Ccnl dignitoso, che rimetta al centro il ruolo determinante dei lavoratori dei Consorzi di bonifica” ha spiegato nei giorni scorsi il segretario nazionale Flai Cgil Sara Palazzoli: lo stop è “la risposta alle proposte inaccettabili messe sul tavolo del confronto dallo Snebi. Noi andremo avanti con la mobilitazione con decisione e senso di responsabilità a difesa dell’importante lavoro che le lavoratrici e i lavoratori dei Consorzi di bonifica svolgono per il presidio e la tutela del territorio”.

Fai Cisl, Flai Cgil e Filbi Uil pongono anche massima attenzione alla disciplina dei licenziamenti e del demansionamento (che la controparte intenderebbe modificare in senso peggiorativo), e alle agibilità sindacali (che lo Snebi vorrebbe ridimensionare). I sindacati, infine, lamentano anche l'attuale situazione dei Consorzi di bonifica, a partire da quelli commissariati, che vede una dilazione dell'iter legislativo di riforma, con pesanti conseguenze per i lavoratori e per i servizi offerti.