Seconda giornata di sciopero per i dipendenti dei Consorzi di bonifica. Oggi (giovedì 30 giugno) si fermano i lavoratori delle regioni del Nord Italia (Liguria, Trentino Alto Adige, Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Toscana): martedì 28 era stato il turno di quelli del Mezzogiorno, mentre martedì 5 la mobilitazione si concluderà con quelli delle regioni centrali. A motivare la protesta la rottura del dialogo (avvenuta l’8 giugno scorso) con il Sindacato nazionale enti bonifica irrigazione (Snebi) sul rinnovo del contratto, scaduto ormai da più di un anno e mezzo.

“A fronte dell’ampia disponibilità dei sindacati a portare avanti la discussione per chiudere l’accordo in tempi rapidi, la controparte non ha saputo dare adeguate risposte all’insieme delle richieste presentate in piattaforma” si legge in una nota sindacale. Per Fai Cisl, Flai Cgil e Filbi Uil le proposte del “su salario, demansionamento, tutela dei lavoratori a tempo determinato, agibilità sindacale e disciplina dei licenziamenti sono insufficienti per il prosieguo della trattativa”. Da qui la mobilitazione che, oltre a questa tre-giorni di scioperi interregionali, ha anche messo in calendario un nuovo sciopero generale per mercoledì 20 luglio.

Entrando nel merito dei singoli temi, il primo nodo da sciogliere riguardo l'aumento salariale: lo Snebi ha offerto un incremento complessivo del 2,7 per cento distribuito nel periodo 2016-2018 e nessun riconoscimento economico a copertura del 2015, una misura considerata dai sindacati inaccettabile. Altri aspetti dibattuti sono poi la disciplina dei licenziamenti e del demansionamento (che la controparte intenderebbe modificare in senso peggiorativo), la tutela dei lavoratori avventizi, il ridimensionamento delle agibilità sindacali. I sindacati, inoltre, lamentano anche l'attuale situazione dei Consorzi di bonifica, a partire da quelli commissariati, che vede una dilazione dell'iter legislativo di riforma, con pesanti conseguenze per i lavoratori e per i servizi offerti.