"L'attacco al sindacato è frontale. Tentano di delegittimare la nostra rappresentatività. Ci spingono persino a sostituire la nostra base di rappresentanza, sostenendo che non ci occupiamo di giovani, precari, disoccupati. Invece noi siamo gli unici che in migliaia di accordi abbiamo stabilizzato il lavoro delle figure precarie". Così il segretario generale uscente della Uil, Luigi Angeletti, dal palco del XVI congresso del sindacato ha difeso il ruolo delle organizzazioni dei lavoratori messe in discussione dal governo Renzi.

"Renzi abbandoni la polemica e si concentri di piu' sulla soluzione dei problemi veri del Paese". Questo il messaggio diretto al premier da Angeletti, che ironizza: "ci puo' essere ancora qualcuno che prova a far funzionare l'iPhone con un gettone telefonico ma e' altrettanto fuori dalla realta' chi si ostinasse a governare il Paese con un tweet".

"La politica – aggiunge Angeletti -, ormai liquida, sembra aver smarrito il senso delle priorità perché insegue, ipnotizzata, le mode e sembra soggiogata dalla visibilità mediatica. E in una società liquida, una struttura solida e organizzata come quella sindacale viene vissuta come un'anomalia, un ostacolo all'indistinto fluire dei processi sociali che sono guidati da mercati senza più regole, e dagli interessi dei ceti più forti".

Angeletti aggiunge che le tutele dell'art.18 "non c'entrano nulla con la flessibilità del mercato del lavoro”, ma è invece "necessario aumentare il livello di protezione per quei lavoratori che oggi non ne hanno e, inoltre, ridurre a cinque il numero delle tipologie contrattuali".

Per Angeletti occorre finalmente avere una politica industriale, attuare una riforma fiscale che riduca le tasse su lavoro e pensioni, programmare una serie di interventi per ridurre burocrazia e sconfiggere la corruzione e infine riformare la legge Fornero.