“E' arrivato il momento di costruire un'Italia nuova”. Con queste parole Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria, ha aperto l'assemblea annuale degli industriali. Squinzi chiede di “superare le vecchie logiche, non avere paura del nuovo”. Dalla crisi “possiamo uscire solo decidendo ciò che da almeno due decenni non abbiamo avuto il coraggio di fare. Cambiare decidendo”.

Quest’anno né crescita, né lavoro
“Qualche analista si era spinto ad annunciare la fine della crisi”, ricorda ancora Squinzi citando l'ex ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni. “Noi più modestamente e pragmaticamente avevamo guardato i grandi numeri e detto che i segnali erano contraddittori”. E i dati Pil sul primo trimestre “sono arrivati a gelare l'ottimismo”. Dalla crisi, d'altra parte per Squinzi si esce solo investendo. “E di questo c'è qualche traccia ma ancora troppo debole”, prosegue riproponendo l'elenco delle cose da fare per agganciare la ripresa: sciogliere il nodo della ristrettezza del credito; snellire gli adempimenti burocratici (“piombo sulle ali dell'impresa”); stimolare investimenti e ricerca; una P.A. al servizio dell'impresa e non contro; una giustizia rapida ed efficiente.

Servono le riforme
“La nostra disponibilità è immutata e completa. L'azione vivace dell'inizio e un risultato straordinario, come questo del voto, ci fanno sperare che la stagione delle riforme istituzionali adesso parta per davvero”. Così Squinzi, dal palco dell'assemblea, rinnova la fiducia al governo Renzi. “Senza riforme è impossibile agganciare la crescita. Occorre stabilità per fare le riforme perchè queste innescano la crescita e con la crescita viene il lavoro”, aggiunge.

Vitale la riforma dei contratti
Per Squinzi “la riforma della contrattazione collettiva è di vitale importanza per i lavoratori come per le imprese”. Il presidente di Confindustria chiede un nuovo intervento sulla contrattazione alla luce della crisi economica e del recente accordo sulla rappresentanza firmato con Cgil, Cisl e Uil.

Ripensare ammortizzatori, servono solo Cig e Aspi
“Ripensare profondamente” gli ammortizzatori sociali è l’altraa richiesta che arriva al governo. La durata, ha detto Squinzi, “è stata prolungata oltre ogni ragionevole limite, rallentando i processi di ristrutturazione delle imprese”. Per Confindustria dunque bisogna limitarsi a due strumenti, la cassa integrazione “per rispondere alle crisi in cui si possa prevedere un recupero di attività”, e l'Aspi.

Da sindacato mi aspetto sforzo innovazione
“Il tempo delle eterne liturgie è trascorso”, per questo “dal sindacato mi aspetto uno sforzo di innovazione”, ha detto Squinzi. “Al sindacato dico: guardiamo al mondo. Non chiudiamoci conservativamente nel nostro familiare ma ristretto orizzonte domestico”, ha aggiunto.

Nessun risultato da austerità
Netta bocciatura per le politiche di austerità da parte del presidente di Confindustria. “Non hanno prodotto alcun risultato”, ha detto l'industriale parlando all'assemblea nazionale dell'associazione e legando a questo “i segni evidenti di malessere per l'Europa”.

Solo da noi asset gestiti dalla magistratura
“Non esiste luogo al mondo in cui asset industriali strategici possano essere di fatto gestiti dalla magistratura in opposizione con il potere legislativo”. Così Squinzi, accolto da un lungo applauso dell'assemblea degli imprenditori.

Fuori da Confindustria chi corrompe
“Chi corrompe fa male alla comunità e al mercato”, aggiunge. E arreca un “grave danno alla concorrenza e ai suoi colleghi. Queste persone non possono stare in Confindustria”. Leggi e poteri speciali? “La soluzione non sta nel darsene di nuove sta nell'applicare quelle esistenti”, avverte Squinzi.