È cominciato ufficialmente l’iter per la nuova presidenza di Confindustria con la riunione dei past president dell'associazione. Insieme alla stessa Marcegaglia, Luigi Abete, Giorgio Fossa, Antonio D'Amato e Luca di Montezemolo hanno indicato la rosa dei nove nomi tra i quali oggi la Giunta sceglierà i tre saggi che dovranno - una volta sondate le federazioni locali e le categoria - ufficializzare le candidature. Per la tema circolano i nomi di Antonio Bulgheroni e Luigi Attanasio, già in questo ruolo nelle tornate elettorali precedenti, e quello di Alessandro Laterza.
Al tema del futuro presidente dell'associazione degli industriali Avvenire un lungo approfondimento: sui due candidati ufficiosi e sul terzo incomodo; e su chi, all’interno del mondo imprenditoriale italiano, li appoggia.
Giorgio Squinzi, la “colomba”, industriale chimico e attualmente uno dei vicepresidenti di Confindustria, avrebbe l’appoggio di Emma Marcegaglia, di Assolombarda, delle Confindustria di Roma, Varese, Vicenza, Sicilia e Campania, dell'Ance e dei piccoli e medi imprenditori e piacerebbe anche ai sindacati.
Per Alberto Bombassei, il “falco”, metalmeccanico e anche lui attualmente vicepresidente, sarebbero schierati Stefano Parisi, ex direttore generale dell’associazione, Giorgio Usai, ex responsabile per le relazioni industriali, e le associazioni di Bergamo e di Torino (quindi Fiat, anche se uscita dall'oragnizzazione). E poi ci sarebbe l'appoggio esplicito di Luca di Montezemolo, del colosso pubblico Enel e di Bernabè (Telecom). Oltre aTronchetti Provera e  l’ ex ministro pdl Maurizio Sacconi.
Il terzo incomodo, Andrea Riello, starebbe alla finestra come possibile candidato di mediazione. Ha detto: “vorrei una Confindustria più leggera, che tagli costi e riti, anche per guadagnare in autorevolezza; il nostro è un modello già federale, ma bisogna andare oltre”.