Circa 1000 lavoratori delle concessionarie autostradali si sono ritrovati questa mattina (20 novembre) a Roma, in piazza Montecitorio, per protestare contro le nuove norme introdotte dal Codice appalti, che mettono a rischio 3mila posti di lavoro. Lo sciopero, che ha avuto un’adesione altissima - oltre il  90% - era stato indetto dagli edili di Cgil Cisl Uil a seguito della bocciatura dell’emendamento Borioli-Esposito che riportava dal 20% al 40% la percentuale degli appalti in affidamento alle aziende controllate dai concessionari autostradali. 

“Quell’emendamento conteneva quanto promesso e condiviso con i sindacati al tavolo interministeriale con Mit e Mise”, hanno ribadito dal palco i rappresentanti dei lavoratori e delle segreterie nazionali di Feneal Filca e Fillea, "ma quella promessa non è stata mantenuta e noi, insieme ai lavoratori, non ci fermeremo fino a quando non sarà trovata una soluzione. Il nostro obiettivo è recuperare l’emendamento, solo così sarà possibile salvare 3000 lavoratori e scongiurare la destrutturazione di un comparto tra i più specializzati del settore edile". 

Tra i lavoratori, giunti da tutta Italia e impegnati nella manutenzione, nella progettazione e nelle infrastrutture, era presente anche il senatore Borioli, che si è detto pronto a proseguire la battaglia in Parlamento. Intanto la tensione resta alta e il pressing sindacale continua, “non si escludono disagi sulla rete autostradale nei prossimi giorni  - spiegano i sindacati – e ci scusiamo con gli utenti fin da ora per eventuali problemi che si creeranno, ma la nostra battaglia è anche nel loro interesse, per garantire la massima sicurezza delle autostrade e la massima qualità del lavoro come è stato fino ad oggi perché eseguito da personale specializzato e professionalizzato".