“Sono consapevole di essere diventato segretario generale della Camera del Lavoro di Terni in un momento particolarmente difficile, dopo anni di crisi profonda e non ancora conclusa, che hanno trasformato non solo il tessuto economico e produttivo del territorio, ma anche la società e il modo di pensare e di relazionarsi delle persone”. Non nasconde le difficoltà e le preoccupazioni Claudio Cipolla, da un mese alla guida della Cgil di Terni, sindacalista “forgiato” all'interno delle acciaierie Ast, dove è entrato giovanissimo 20 anni fa, per vivere subito da protagonista la grande vertenza del magnetico, il primo “corpo a corpo” con la multinazionale ThyssenKrupp che aveva da poco preso possesso delle acciaierie.

“Eravamo un gruppo di giovanissimi delegati sindacali alla prima esperienza e ci trovammo dentro quella battaglia durissima, durata due anni, dal 2003 al 2005 – racconta Cipolla -. Dal punto di vista sindacale fu un'esperienza straordinaria, una vera palestra. Purtroppo, la vertenza si chiuse con la perdita di un pezzo di produzione strategico non solo per Terni, ma per il Paese, cosa che noi avevamo ben chiara allora e che oggi è confermata dai fatti, visto lo sviluppo del mercato del lamierino magnetico, ad esempio per l'auto elettrica”. Quella vertenza però segnò anche l'avvio di un percorso di investimenti straordinari da parte della multinazionale (circa 500 milioni di euro) che hanno consentito l'ammodernamento delle acciaierie: “Se adesso quello di Ast è uno stabilimento competitivo e al passo coi tempi, lo si deve a quella battaglia che il sindacato portò avanti insieme a un'intera città”, afferma Cipolla.

Oggi, quasi 20 anni dopo, quel giovane delegato delle acciaierie si ritrova alla guida della Cgil provinciale, dopo essere stato per 8 anni segretario della Fiom di Terni: “Sono stati anni molto difficili, non solo per le vicende di Ast, l'altra grande vertenza iniziata nel 2012 e conclusa con l'accordo di dicembre 2014 e poi l'indeterminatezza legata alle 'non scelte' di Thyssen, ma per una crisi complessiva che ha colpito duramente tutto il manifatturiero di Terni. Questo – prosegue Cipolla – ci ha costretti spesso a una contrattazione purtroppo difensiva, calata sui problemi veri delle persone. Ci abbiamo messo sempre la faccia, provando a difendere quel profilo di città industriale che resta assolutamente fondamentale per Terni”.

Ma quali sono stati i risultati di questo sforzo? “Io penso che se non ci fosse stato il sindacato in questi anni oggi la situazione sarebbe certamente peggiore – risponde Cipolla – Sicuramente potevamo fare meglio, sicuramente avremo commesso degli errori, ma il contesto non ci ha aiutati e spesso ci siamo trovati da soli a contrastare situazioni più grandi di noi”. Il segretario Cgil parla anche di uno “scollamento” tra le istituzioni, la politica, più in generale tutti i soggetti di rappresentanza e le persone: “Questo scollamento lo abbiamo avvertito chiaramente nelle assemblee in fabbrica, nel nostro confronto quotidiano con la gente che frequenta le nostre sedi, ma forse non siamo riusciti appieno ad intercettarlo e capirlo. Credo però – continua Cipolla – che se noi, il sindacato, la Cgil in particolare, non abbiamo fatto la fine dei partiti, ma abbiamo ancora il riconoscimento di circa 25mila iscritte e iscritti nella provincia di Terni, lo dobbiamo al fatto di essere stati in mezzo alla gente e mai chiusi nel palazzo, cosa che dovremo cercare di fare sempre di più e meglio”.

La Cgil di Terni chiuderà il 2019 con il segno più alla voce iscritti, un fatto nuovo in questi anni di profonda crisi occupazionale che hanno indubbiamente colpito anche le organizzazioni sindacali. “Lo riteniamo un risultato importante – commenta ancora Cipolla – che è stato possibile raggiungere grazie ai due assi portanti della nostra azione: la tutela collettiva, attraverso la contrattazione e la rappresentanza, e quella individuale, quotidianamente svolta dal nostro sistema dei servizi che è sempre più un punto di riferimento per migliaia e migliaia di persone che si affidano alla Cgil per risolvere i loro problemi o difendere i propri diritti”.

Fin qui il passato, ma con il 2020 alle porte la Cgil di Terni deve necessariamente guardare avanti, alle sfide che il sindacato e il nuovo segretario generale si troveranno ad affrontare. E qui entra in gioco la parola chiave, quella che la Cgil di Maurizio Landini ha scelto come “marchio di fabbrica”: inclusione. “Ci è ben chiaro che alcuni vecchi schemi, anche di natura sindacale, non vanno più bene – osserva Cipolla – Ci sono troppe nuove domande che nascono dall'estrema frammentazione del mondo del lavoro. Nostro compito allora deve essere quello di riunificarlo il lavoro, raggruppare le persone, includerle in una contrattazione che risponda davvero a tutti. E poi c'è l'altra gamba, quella della contrattazione sociale su welfare, trasporti, ambiente e vivibilità”.

Ma quali sono le azioni che la Cgil considera prioritarie per il 2020? “Prima di tutto – risponde ancora Cipolla – dobbiamo riprendere e rilanciare la nostra piattaforma territoriale, costruita insieme a Cisl e Uil. Sottoponiamola alla città, alle istituzioni, alle associazioni datoriali per sfidarle sulla nostra idea di rilancio del territorio, basata su sei capitoli fondamentali: ambiente, infrastrutture, investimenti, formazione, appalti e lavoro di qualità”. Poi, c'è tutta la partita dell'area di crisi complessa che la Cgil – rimarca Cipolla – ha portato a casa grazie a una battaglia inizialmente condotta quasi in solitaria: “C'è bisogno di andare subito a una verifica dettagliata dello stato di avanzamento, fare un check-up dei fondi investiti, dei risultati conseguiti, dei miglioramenti che si stanno creando per il territorio. E questo – insiste il sindacalista - vale anche per l'area interna di Orvieto. Sulla base di queste analisi, poi, cercheremo di aprire trattative e produrre accordi per migliorare le condizioni dei lavoratori e della cittadinanza”.

Naturalmente, tra le priorità di azione per il sindacato ci sono anche le tante vertenze industriali aperte, da quelle “storiche” del polo siderurgico e della chimica (futuro di Ast, Treofan, etc.), all'agroalimentare (ex Novelli e Sangemini su tutte). “Ma c'è una grande vertenza che vogliamo aprire sul sistema degli appalti – dice ancora Cipolla – perché è lì che si annidano fenomeni di ingiustizia, disuguaglianza e talvolta vera e propria illegalità”. Cooperazione sociale e sistema pubblico (sanità, welfare) sono altri “campi di azione prioritari” per la Cgil, senza dimenticare “la grande partita della non autosufficienza e dei nuovi bisogni che derivano dall'invecchiamento della popolazione”.

“Insomma – conclude Cipolla – da gennaio saremo subito in campo con l'impegno di svolgere al meglio il nostro dovere, seppure in un contesto ostile. Sappiamo di nuotare in mare aperto e pure contro corrente, ma non ci scoraggiamo, fieri della nostra autonomia e della nostra storia. Convinti di poter proseguire a contribuire alla crescita della comunità ternana che intorno al lavoro ha costruito e dovrà continuare a costruire la sua identità”.